VIII sec. a.C.
OMERO, Iliade, XIV, vv. 315-325
Testo tratto da: Codino F. (a cura di), Iliade, Einaudi, Torino 1996
“(…)Mai così desiderio di dea o di donna mortale
mi vinse. Spandendosi dappertutto nel petto,
non quando bramai la sposa d’Issione,
che generò Piritoo, pari ai numi per senno,
Danae Acrisionide dalla bella caviglia,
che Perseo generò, glorioso tra gli eroi;
la figliuola di Fenice ampia fama,
che mi diede Minasse e Radamanto divino
Semele o Alcmena in Tebe,
che Eracle mi diede, il figlio saldo cuore,
e Semele generò Dioniso, letizia degli uomini;
(…)”