42: Diana e Atteone

Titolo: Diana e Atteone

Autore: Joachim Wtewael

Datazione: 1607

Collocazione: Vienna, Kunsthistorisches Museum

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tavola  (58 x 79 cm)

Soggetto principale: Diana e Atteone

Soggetto secondario: morte di Atteone

Personaggi: Diana, Atteone, ninfe

Attributi: lancia, cani, mantello (Atteone); faretra, lancia (Diana)

Contesto: paesaggio boscoso con stagno

Precedenti:

Derivazioni:

Immagine: http://ist-socrates.berkeley.edu/~ah172/history/diana.htm

Bibliografia: Lowenthal A.W., Joachim Wtewael and dutch mannerism, Doornspijk,Davaco 1986, p. 121

Annotazioni redazionali: L'opera è firmata e datata in basso a sinistra e proviene dalla collezione dell'Arciduca Leopoldo Wilhelm (1659). Wtewael rappresenta il momento in cui lo sfortunato cacciatore Atteone prendendo una strada sbagliata tra gli alberi, giunge inconsapevolmente presso un laghetto riparato da una grotta ombrosa dove scopre Diana e le ninfe che fanno il bagno nude. Atteone è qui rappresentato in alto rispetto alle altre figure come all'apice di un triangolo completato dalla presenza in basso delle ninfe e della dea. Diana è intenta a spruzzare Atteone con dell'acqua che avvia la sua metamorfosi in cervo; le corna sono già spuntate e i suoi cani non riconoscendolo più arriveranno a sbranarlo. Le antitesi degli atteggiamenti, delle pose e dei colori attribuiti alle figure sono il paradigma dell'invenzione manierista: Diana e le ninfe sono caratterizzate dalla pelle color rosa pallido, in contrasto con Atteone contraddistinto da colori squillanti e violenti (veste rossa e blu). Le ninfe sono rappresentate in atteggiamenti diversi, di sorpresa per l'accaduto, ma anche di protezione nei confronti della dea scoperta nuda dal cacciatore. A destra sullo sfondo è rappresentata la tragica  morte del cacciatore, sbranato dai suoi stessi cani e alcuni edifici. Esiste uno studio preparatorio dell'opera in questione, in cui però non si trova la piccola scena con la morte di Atteone e che presente una composizione molto goffa.

                                                                            Valentina Leonardi