
Titolo dell'opera: Morte di Atteone
Autore: Tiziano Vecellio (1480/90-1576)
Datazione: 1562
Collocazione: Londra, National Gallery
Committenza: Filippo II di Spagna (incerta)
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela
Soggetto principale: Diana uccide Atteone trasformato in cervo
Soggetto secondario:
Personaggi: Diana, Atteone, cani
Attributi: mezzaluna (Diana); testa di cervo (Atteone)
Contesto: scena all’aperto (bosco)
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.artchive.com/ftp_site_reg.htm
Bibliografia: Van de Put A., Two drawings of the Fetes at Binche for Charles V and Philip (II) 1549, in “Journal of Warburg and Courtald Institute”, III, 1939-1940, 1-2, pp. 49-55; Vasari G., Descrizione dell’opere di Tiziano da Cador, in Le vite dei più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani, Milano 1965, vol. VII, p. 332; Cagli C., L’opera completa di Tiziano,Classici dell’Arte Rizzoli, Milano 1969, pp. 126-127; Panofsky E., Problem in Titian, mostly iconographic, Phaidon, London 1969, pp. 141-174; Tiziano e la corte di Spagna, nei Documenti dell’archivio generale di Simancas, Istituto italiano di cultura, Madrid 1975, pp. 49, 55-56; Gentili A., Da Tiziano a Tiziano, Feltrinelli, Milano 1980, pp. 117-134; Wethey H.E., Titian and his drawings: with reference to Giorgione and some close contemporaries, Princeton University Press, Princeton 1987, pp. 8, 52, 91, 136; Cieri Via C., Il mito di Diana nell’interpretazione di Tiziano, in Problemi teorici e Proposte iconologiche. Il mito di Diana nella cultura umanistica, Il Bagatto, Roma 1991, pp. 93-109; Goffen R., Titian’s women, Yale University Press, London 1997, pp. 242-243, 253, 258-259, 260, 263-264; Pedrocco F., Tiziano, Rizzoli, Milano 2000, pp. 248-249
Annotazioni redazionali: questa tela è con tutta probabilità il dipinto descritto come ancora non finito in una lettera di Tiziano a Filippo II del 1559 e che si trova ancora nel suo studio alla morte dell’artista (1576). Il dipinto aderisce fedelmente alla tradizione iconografica classica (Cfr. scheda opera 02). La ripresa dei modelli antichi in questo dipinto è evidente nella composizione, ma anche nella figura di Diana raffigurata attraverso una sorta di non finito. Qui il paesaggio ha un ruolo molto importante e la struttura compositiva è assolutamente originale: nelle illustrazioni di Ovidio il momento preciso della morte di Atteone è raramente rappresentato e quando questo avviene, come nell’edizione di Salomon (Cfr. scheda opera 30) il cacciatore viene trasformato interamente in cervo. Qui al finale della storia è riservata la fase intermedia delle metamorfosi: Atteone ancora umano, eccetto per la testa, è in piedi e lotta per difendersi dai cani. Tiziano sembra avere in mente nel concepire il dipinto le parole di Ovidio: “Egli voleva gridare “sono Atteone, riconoscete il vostro padrone”; ma le parole disobbedivano alla volontà” (Met., III, 229 ss.). Questa scena spaventosa è relegata in secondo piano, mentre in primo piano troviamo la dea nell’atto dello scoccare la freccia; anche qui Tiziano sembra assecondare le parole di Ovidio: “e solamente quando esalò l’ultimo respiro per le molte ferite, si calmò l’ira di Diana portatrice di faretra” (Met., III, 251-52).
Daphne Piras