33: Diana e Atteone

Titolo: Atteone e Diana con ninfe

Autore: Paolo Caliari, detto Paolo Veronese

Datazione: 1562-1565

Collocazione: Boston, Museum of Fine Arts

Committenza: Marco Antonio Barbaro

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (108 x 25 cm)

Soggetto principale: Diana e Atteone

Soggetto secondario:

Personaggi: Atteone, Diana, ninfe

Attributi: lancia, cani (Atteone); faretra (Diana)

Contesto: paesaggio con alberi, stagno e rovine

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://home.casema.nl/marcelkuyper/scoolbestanden/veronese-actaeon.html

Bibliografia: Piovene G.- Marini R., L’opera completa del Veronese, Classici dell’Arte Rizzoli, Milano 1968; Pallucchini R., Veronese, Arnoldo Mondadori, Milano 1984; Pignatti T.-Pedrocco F., Veronese, Electa, Milano 1995 p. 260; Veronese. Miti, ritratti, allegorie,a cura di Nitti P., Pedrocco F., Romanelli G., Strinati C., Skira, Milano 2005

Annotazioni redazionali: Questo dipinto proviene insieme ad altre tre tele di soggetto mitologico (L’Olimpo; Atalanta e Meleagro - Cfr. scheda opera relativa; Giove e Io - Cfr. scheda opera relativa; Ratto d’Europa) dalla collezione Holford di Dorcester House. Le opere vennero poi vendute nel 1927 e dal 1964 sono conservate nel museo di Boston. Il Pallucchini (1939) ritiene di poterle identificare con le spalliere dipinte, eseguite per Marco Antonio Barbaro, menzionate dal Ridolfi (1648) in casa Nani alla Giudecca. Sono delle opere autografe e probabilmente erano disposte come frontali di cassoni (Fiocco, 1934). Le scene sono trattate con spirito classicistico, anche se, dopo la pulitura sono state verificate delle discontinuità di esecuzione. Esse richiamano i modi degli affreschi della villa di Maser (1560-61), sono quindi riconducibili al percorso veneziano del pittore sulla fine del settimo decennio del '500. Al centro della composizione Veronese rappresenta Diana e le sue ninfe spiate da Atteone mentre fanno il bagno presso una fonte d'acqua; l’atteggiamento del cacciatore è legato a una tradizione assente in Ovidio ma presente nelle Metamorfosi di Apuleio (Attfc17). Le figure hanno un atteggiamento di imbarazzo nei confronti dell'inaspettato cacciatore, tentano di coprire le loro nudità; due di loro cercano riparo a destra, ritirandosi confuse. Nel frattempo, Diana sta per punire lo sfortunato cacciatore per averla scoperta nuda, mentre questo assiste alla scena dall'alto di una roccia a sinistra, ignaro del suo tragico destino di morte. Il gesto della dea che spruzza dell'acqua ad Atteone rappresenta il momento in cui la trasformazione in cervo sta per avvenire; qui però Veronese non rappresenta i segni della metamorfosi, che non è quindi ancora cominciata. Lo sfortunato cacciatore verrà poi, secondo il racconto presente nelle Metamorfosi, sbranato dai suoi stessi cani e punito quindi a morte dalla dea. Fa da cornice alla vicenda un paesaggio con alberi e rovine di edifici classici.

Valentina Leonardi