31: Diana e Atteone

Titolo dell'opera: Diana e Atteone

Autore: Andrea Meldolla, detto lo Schiavone

Datazione: post 19 giugno1559

Collocazione: Vienna, Kunsthistorisches Museum

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (93 ´ 97 cm)

Soggetto principale: Atteone scopre Diana e le sue ninfe al bagno

Soggetto secondario:

Personaggi: Diana, Atteone, ninfe

Attributi: mezzaluna (Diana); frecce, cani, testa di cervo (Atteone)

Contesto: scena all’aperto con fonte e architettura “goticheggiante”

Precedenti: Tiziano, Edimburgo???

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Richardson F.L., Andrea Schiavone, Clarendon Press, Oxford 1980, pp. 59-60 e 190-191, n. 263, 327, 328, figg. 202-203

Annotazioni redazionali: Schiavone ha dipinto almeno 4 varianti della Diana e Atteone che Tiziano realizzò per Filippo II di Spagna (Cfr. scheda opera 28). Dalla corrispondenza di Tiziano con il re, sappiamo che l’opera, oggi conservata ad Edimburgo, fu terminata verso il 19 giugno 1559 e che fu spedita in Spagna solo tra il 22 e il 27 settembre dello stesso anno, perché l’artista voleva apportarvi dei piccoli ritocchi. Questa lettera ci fornisce un termine post quem per le tele dello Schiavone. Tra le quattro versioni conosciute (Vienna, Kunsthistorisches Museum; Hampton Court Palace, Royal Collection, attribuita alla scuola di Veronese; due disperse in collezioni private), la presente è, da un punto di vista compositivo, quella più vicina al dipinto di Tiziano. Schiavone mantiene il particolare del tendaggio rosso disposto nell’angolo superiore a sinistra, l’architettura “gotica”, compreso il particolare della testa di cervo affissa al pilastro, ad indicare la tragica sorte di Atteone, e la fontana con bassorilievi classici, che diversamente dall’opera tizianesca non è inclinata. Apporta però dei piccoli, ma significativi cambiamenti: elimina alcune figure, come l’ancella di colore sulla destra nel dipinto tizianesco e il cagnolino ai suoi piedi (che ritornano invece nella versione conservata ad Hampton Court Palace); al posto degli alberi inserisce una statua di Atlante che sorregge il globo; modifica lievemente la posa di Atteone, il cui corpo non è irrigidito ad indicare l’involontarietà della nefanda scoperta, ma esprime la sorpresa “nell’idioma stilizzato ed aggraziato del balletto” (Richardson). Wickhoff (1893) sostiene che da un punto di vista coloristico questo dipinto sia molto originale: pur mantenendo le tinte principali di Tiziano, come il rosso del drappo e il marrone-dorato della veste di Atteone, la modulazione complessiva dei colori dà un effetto diverso, con tonalità calde e profonde.

                                                         Chiara Mataloni