Titolo dell'opera: Atteone dilaniato dai cani
Autore: Francesco Xanto Avelli
Datazione: 1530
Collocazione: Londra, Victoria and Albert Museum
Committenza:
Tipologia: maiolica
Tecnica: pittura con smalti policromi su piatto istoriato
Soggetto principale: Atteone dilaniato dai cani
Soggetto secondario:
Personaggi: Diana, Atteone, ninfe, cani
Attributi: mezzaluna (Diana); arco, frecce, testa di cervo (Atteone)
Contesto: scena all’aperto nei pressi di una fontana
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Rackham B., Catalogue of italian maiolica. Victoria and Albert museum, Department of ceramica, London 1940, pp. 209-215, 239-241; Ballardini Napoletani D., Ispirazioni e fonti letterarie nell’opera di Francesco Xanto Avelli, pittore su maiolica in Urbino, in “La Rinascita”, 1940, 16, pp. 905-922; Rackham B., Xanto and «F.R.»: an insoluble problem?, in “Faenza”, XLIII, 1957, V, pp. 99-113; Bonomi M., Fonti iconografiche delle maioliche di Francesco Xanto Avelli, in “Commentari”, 4, 1959, pp. 190-195;Gentilini A.R.–Ravanelli Guidotti C., Libri a stampa e maioliche istoriate del XV secolo, Faenza Editrice, Faenza 1989; Campologno E., I miti ovidiani nella ceramica istoriata del XVI secolo, in Problemi teorici e Proposte iconologiche. Il mito di Diana nella cultura umanistica, Il Bagatto, Roma 1991, pp. 81-98;Cieri Via C., Diana e Atteone. Continuità e variazione di un mito nell’interpretazione di Tiziano, in Problemi teorici e Proposte iconologiche. Il mito di Diana nella cultura umanistica, Il Bagatto, Roma 1991, pp. 150-159
Annotazioni redazionali: Gli artisti maiolicai si servivano per le loro opere di incisioni di autori contemporanei o antecedenti, oppure tratte da libri illustrati del XV secolo. Francesco Xanto Avelli, attivo ad Urbino nella prima metà del Cinquecento, conosceva, attraverso le edizioni illustrate, le Metamorfosi di Ovidio. Questo piatto si presenta come un collage,dal momento che ogni personaggio deriva da incisioni diverse: Diana e le tre ninfe sono riprese dal gruppo delle muse a sinistra nell’incisione di Jacopo Caraglio tratta da un disegno di Rosso Fiorentino del 1526 rappresentante La gara tra le Muse e le Pieridi; Atteone trova il suo modello in uno dei nudi maschili della Battaglia del coltellaccio di Marcantonio Raimondi; Cupido è ripreso da uno dei puttini dell’incisione di Jacopo Caraglio da Raffaello (Alessandro e Rossane). L’abilità del maestro è nella capacità di saper fondere in un unicum armonioso la sua composizione. La presenza della fontana nella composizione potrebbe far pensare a una lettura cortese dell’ambientazione; in realtà la ricca vegetazione e la veduta della città sullo sfondo rende il contesto ambientale reale e contemporaneo. I cani che sbranano Atteone sono rappresentati attraverso il contrasto cromatico bianco-nero, simbolo della ciclicità temporale. Diana come Luna corrisponde dal punto di vista cosmologico alla notte, da un punto di vista mistico-religioso corrisponde al ciclo dell’esistenza umana, identificandosi anche con Ecate; il suo graduale scomparire dal cielo sta ad indicare una morte lenta.
Daphne Piras