19: Diana e Atteone

Titolo dell'opera: Diana e Atteone

Autore: anonimo incisore del XVI sec

Datazione: 1522

Collocazione: Nicolò degli Agostini, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in verso vulgar con le sue allegorie in prosa, Stampato in Venetia per Iacomo da Leco a in stantia de Nicolò Zoppino e Vincentio di Pollo, 1522, libro III

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Atteone profana il bagno di Diana

Soggetto secondario: Atteone dilaniato dai cani

Personaggi: Diana, Atteone, ninfe, cani

Attributi: mezzaluna (Diana); cervo (Atteone)

Contesto: scena all’aperto, bosco, nei pressi di una fonte

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.italica.rai.it/rinascimento/iconografia/prot_953.htm

Bibliografia: Guthmüller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, pp. 66-67, 75-79, 97-123; Campologno E., I miti ovidiani nella ceramica istoriata del XVI secolo, in Problemi teorici e Proposte iconologiche. Il mito di Diana nella cultura umanistica, Il Bagatto, Roma 1991, p. 83.

Annotazioni redazionali: Niccolò degli Agostini (Attfr02) cerca di far passare la sua opera come diretta traduzione dall’originale ovidiano, in realtà non fa altro che mettere in ottava rima la prosa del Buonsignori (Attfm08). I suoi versi ricordano lo stile formulare della poesia cavalleresca del ‘400. Nell’incisione di Diana e Atteone sono rappresentati due momenti della narrazione: Atteone che profana il bagno della dea e Atteone sbranato dai suoi cani. L’ambientazione è naturalistica.

Daphne Piras