11: Diana e Atteone

Titolo dell'opera: storia di Atteone

Autore:

Datazione: 125-130 d.C.

Collocazione: Parigi, Louvre, Galerie Daru, proveniente da Torre Nuova

Committenza:

Tipologia: scultura

Tecnica: sarcofago di marmo lavorato a bassorilievo (0,99 x 2,36 m)

Soggetto principale: lato A: Atteone scopre Diana al bagno; lato B: Atteone viene trasformato in cervo e ucciso dai suoi cani

Soggetto secondario:

Personaggi:

Attributi:

Contesto: scene all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Charbonneaux J., La sculture Grecque et Romaine au Musée du Louvre, Editions des Musées Nationaux, Parigi 1963, pp. 217-218;  Schlam C.C., Diana and Actaeon: Metamorphoses of a Myth, in “Classical Antiquity”, III, 1984, n. 1, pp. 101-102; Guimond L., ad vocem Aktaion, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1986, I, 1, p. 463, n. 94a

Annotazioni redazionali: è uno dei sarcofagi più antichi del Louvre, proveniente dalla Collezione Borghese; si tratta di una tipologia rara, in cui le scene trattate in uno stile miniaturistico sono incorniciate da ghirlande, rette da figure femminili non meglio identificabili, presumibilmente le Ore o le Grazie. Sulla faccia principale e sui due lati corti, quattro riquadri sono dedicati alla leggenda di Atteone. Sul primo pannello (lato lungo, destra) è raffigurata Artemide al bagno assistita da due putti, di cui uno versa dell’acqua da un vaso; l’altro inginocchiato raccoglie una conchiglia; la dèa è accucciata come per coprire la sua nudità; la scena è delimitata da coppie di cipressi, così come ci dice Ovidio (Met., III, 155); in alto a sinistra la personificazione di un fiume nella posizione tradizionale: semisdraiato, si appoggia ad un’urna da cui esce un corso d’acqua. In alto a destra, su un’altura, Atteone indossa un mantello e ha un bastone (attributo da cacciatore o da pastore), alza la mano sinistra come gesto di sorpresa (probabilmente ad indicare l’involontarietà della nefasta scoperta, come troviamo nelle fonti da Callimaco in poi – Attfc04). Nel secondo riquadro (lato lungo, sinistra) è raffigurata la punizione di Atteone: reo di aver violato la castità della dèa, egli viene trasformato in cervo (in questo riquadro sono visibili solo le corna) e sbranato dai suoi cani. In alto a destra la personificazione di un dio della montagna; a sinistra un cacciatore, forse un compagno di Atteone. Sulla destra Priapo, antico dio della fertilità. Sul lato corto di destra è raffigurata Autonoe, madre di Atteone, mentre si appresta raccogliere i resti irriconoscibili del figlio, come scrive Nonno di Panopoli (Attfc20). Nel riquadro del lato sinistro i servitori di Atteone, dopo la tragedia, si accaniscono contro i cani, autori del massacro; in una grotta è visibile la statua di un satiro. Guimond ha notato che, per evitare la frammentarietà delle scene, lo scultore ha costruito la scena del bagno e quella della punizione in maniera simmetrica, mantenendo lo stesso contesto (una grotta rocciosa con alberi laterali) e alcuni particolari iconografici: alla personificazione del fiume nel primo riquadro corrisponde la personificazione della montagna nel secondo; se nel primo è Atteone ad affacciarsi dall’altura, nel secondo è un cacciatore nuovamente caratterizzato da un mantello svolazzante.

                             Chiara Mataloni