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1613

GIUSEPPE HOROLOGGI, Annotazioni a Le Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara in ottava rima, Venezia, 1613

Annotationi del terzo libro

(…) Segue la favola di Atteone, ò per dir meglio come vogliono alcuni l’historia, scrivendo Fulgentio che Atteone fu uno che amò grandemente la caccia, nella sua giovanezza, giunto poi nella età matura, è considerando meglio i pericoli della caccia, che non faceva in quegli anni focosi non l’essercitava della maniera che era accostumato di fare. Nondimeno anchora che in quella età fuggisse il pericolo delle caccie, non però lasciò l’affettione smisurata che portava a cani: perché pascendone gran numero come facea nel tempo che  si serviva di loro consumò tutte le sue facoltà: onde venne a dar materia alla favola che narra ch’ei fu mangiato dai cani. L’Allegoria è che quelli che si danno con ogni diligentia a considerare i misteriosi ordini de cieli e il variare della Luna, figurata per Diana, è trasmutato in cervo, stando nei boschi, e luoghi solitarij letarij dalla curiosità di quella scientia, onde trovaro poi delle proprie cure famigliari, che sono i Cani, è divorato da esse, come quelle che non sopportano mai che l’huomo viva a se stesso. In questa favola descrive felicemente l’Anguillara la caccia del Cervo come la fanno i gran Re come è quello di Francia, cominciando nella stanza “Acquista il Cervo per quella campagna”, con quelle che seguono.