1522
NICCOLÒ DEGLI AGOSTINI, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in verso vulgar con le sue allegorie in prosa. Per Nicolò Zoppino e Vincentio di Pollo, Venetia, 1522, Libro III
Di Atteon mutato in cervo
Di Cadmo fu la pria adversitate
Ch’Atteon ch fu figlio di sua figlia
Autonome nomata in veritate
Bello, leggiadro, e forte a meraviglia
Essendo un di come tal hor accade
Far, a qualcun che poco si consiglia
In una selva con cani, e con servi
Gito a cacciar orsi, cinghilai, e cervi
Havean cacciato fino a mezzo il giorno
Et avendo gia morte molte fiere
Tal che la selva era ripiena intorno
Nel sangue lor horribile a vedere
Per non ricever dal gran caldo scorno
Atteon fece come era dovere
Ristar i cani, e tutti i cacciatori
Per riposarsi tra soavi odori
E mentre ogniun shavea dato al riposo
Atteon per la selva solo andava
Per la qual giunse overa un antro ombroso
Nela val che Gargaphia si chiamava
Al veder molto lieto e dilettoso
Dove spesso Diana si bagnava
Ad una fonte rilucente et bella
Con ogni nimpha sua leggiadra e snella
Giunse Atteon e per sciagura come
Avicinosi a la chiara fontana
Le nimphe quando il vider con le chiome
Coperser presto la lor dea Diana
Parendoli pur troppo gravi some
Che la vedessi una persona strana
Nuda nel fonte, si come allora era
Con ogni nimpha sua cruda, e severa
Non sera anchora Atteon aveduto
Di dea Diana, ma come ignorante
Era non si pensando ivi venuto
Come el guidava il suo destino errante
Ma da le ninphe ben fu lui veduto
Per questo a coprir corser tutte quante
La lor a lor benignia, et grata dea
E al seso masculin crudel, et rea
Quando Diana sopra a limproviso
Giungier nuda se vide, non sofferse
Tanta alta ingiuria, e ad Atteon nel viso
Gietto di lacqua, e in cervo lo converse
Dicendo hor va, e se tu poi preciso
Con lieto volto, e con parole terse
Narra a ciascun come veduta mhai
Ignuda qui, se piu parlar potrai
Per la subita, e presta mutatione
Non si accorggiendo desser trasformato
In cervo il miserabil Atteone
Di se medemo fu meravigliato
Per esser li cosi senza cagione
Legger, leve, pauroso diventato
E ando per ber a un fonte dacqua pura
Dove saccorse de la sua figura
E comincio fra se stesso a pensare
Da chera homo in cervo concertito
O di star ne la selva, o ritornare
A la citta comera el sir ardito
E mentre stava questo a imaginare
I suoi che non sapean dovera gito
Poi che si furo riposati alquanto
Lo circavan pel bosco in ogni canto
Al fin da lungi avendo il cervo visto
Che se ne stava solo al chiaro fonte
Per voler farli di morte acquisto
Li lassor li lor cani andar a fronte
Lui che li vide sconsolato, e tristo
Volea fermarli con parole pronte
E riprender i servi del suo errore
E dimostrarli chera il suo signore
Ma non potendo proferir parole
Li parse il meglio di dover fuggire
E far quel che sua sorte iniqua vuole
A la qual homo mai po contraddire
I servi suoi del suo fuggir si duole
Ognun di lor, et lo prese a seguire
Con lancie, e spiedi, e con cani veloci
E suon de corni,e gridi, et alte voci
Hor tanto per la selva lo cacciaro
Il povero Atteon che lhebber giunto
Hli Horribil veltri, e tutto lo stratiaro
Si che rimase nel bosco defunto
I servi poi che molto lo circaro
Non si avedendo a che misero punto
Lhaveano colto, essendo il chiaro giorno
Partito, a casa lor fecer ritorno
Alcuni di dopoi che fu palese
Il caso, fu Diana reputata
Da tuttiquanti molto di scortese
E troppo crudel divam e dispietatam
Perche Atteon volendo non lofese
Ben che da molti anchor fussi lodata
Per dar exemplo ad altri, e per serbare
Sua pudicizia, e di sue nimphe care.
Allegoria Di Atteon
Ovidio pose questa fabula che la dea se vendicasse ingiustamente contra de Atteon per esempio, percio che egli fu mandato in esilio da Ottaviano Imperatore, per averlo veduto acaso non si pensando carnalmente peccare, over per che lui vide la imperatrice ignuda. Questa fabula si espone in altro modo piu morale, cioe Atteon fu un antico cacciatore et fu maestro delle caccie, per la qual cosa essendo vivo gli cacciatori lo adoraro per loro Idio. Ma advenne che nel cacciare gli torno in odio e piui non attendeva alla caccia, Impereio che vedeva esser cosa vana, et ciò conoscendo lasso larte del cacciare e in tutto labandono, ma li cani non lasso,anzi li ritenea con seco che ne havea grande moltitudine, liquami per la molta spesa senza darli alcuno utile silo consumaro dogni havere. E perche Diana era Dea delli cacciatori, dice Ovidio che Atteon vide ogni sua su stantia consumata vedendo Diana nuda, cioe vide che la caccia ello tener delli cani lo haveano denudato dogni suo avere e ogni suo tesoro. E dice che diventoe cervo, che vuol significare che lhomo che viene de ricchezza in poverta diventa timido e superbo si come e il cervo, et non ardisse di aparere in fra la giente, et cosi dalli altri ricchi e riputato come bestia.