I sec. d.C.
APOLLODORO (?), Biblioteche, III, 4, 4
Traduzione da: http://xoomer.virgilio.it/novaphilae/Biblioteca%201.htm
Autonoe ed Euristeo ebbero un figlio, Atteone, che allevato da Chirone apprese l'arte della caccia, ed in seguito sul Citerone fu sbranato dai suoi stessi cani. Acusilao afferma che egli morì in questo modo poiché era odiato da Zeus per aver corteggiato Semele; stando alla tradizione più diffusa, fu perché vide Artemide mentre faceva il bagno. Si narra che la dea lo abbia trasformato in un cervo, e abbia fatto diventare rabbiosi i cinquanta cani che lo inseguivano, che inconsapevolmente lo sbranarono. Una volta morto Atteone, i cani cercarono il loro padrone ululando lamentosamente, e durante le ricerche arrivarono nella grotta di Chirone, il quale fece un ritratto di Atteone, che placò il loro dolore.
Ecco dei cani d’Atteone i nomi da (... )
Così accerchiarono il bel corpo ormai di bestia
E lo sbranarono i forti cani. Prima s’avventa Arcena
(...) Poi i vigorosi suoi figli
Linceo e Bario – zampe imbattibili – e Amarinto.
E tutti li enumerò con il loro nome (…)
(…) così trovò la morte Atteone, per volontà di Zeus.
Per primi bevvero del padrone il nero sangue
Sparto e Omargo e Bore, rapido nella corsa;
per primi mangiarono la carne di Atteone e il suo sangue leccarono,
e poi tutti gli altri, rabbiosi, si avventano (…)
essere un rimedio per gli uomini ai gravi affanni.