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60-30 a.C.

DIODORO SICULO, Biblioteca, IV, 81, 3-5

Testo tratto da: Diodoro Siculo, Biblioteca Storica, a cura di Canfora L., traduzione di Labriola I., Sellerio Editore, Palermo 1986, p. 242

 

In seguito, dicono, egli [Aristeo] si recò in Beozia e sposò una delle figlie di Cadmo, Autonoe, dalla quale dicono che nascesse Atteone, che secondo i racconti fu fatto a pezzi dai propri cani. Alcuni motivano la sventura col fatto che, servendosi delle primizie della caccia offerte nel tempio di Artemide aveva deciso di realizzare il connubio con Artemide, altri col fatto che egli cercò di superare Artemide nella caccia. Non è incredibile che la dea si adirasse per entrambi questi motivi: sia che egli abusasse delle prede per le sue mire su colei che non condivideva nozze e per soddisfare il proprio desiderio, sia che osasse affermare che egli come cacciatore era superiore anche a colei dinanzi alla quale anche gli dèi si sono ritirati nella rivalità in queste arti, la dèa andò in collera contro di lui. Insomma, giustamente, col consenso comune, è credibile che, trasformato nell'aspetto in una delle belve catturate da lui, fosse ucciso dai cani che sopraffecero anche le altre belve.