15: Bacco e i marinai di Acete

Titolo dell’opera: Bacco e marinai di Acete

Autore: Jean Boulanger

Datazione: 1651-55 ca.

Collocazione: Sassuolo, palazzo Ducale, Galleria di Bacco

Committenza:

Tipologia: pittura murale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Bacco punisce i marinai di Acete trasformandoli in delfini

Soggetto secondario:

Personaggi: Bacco, Acete, marinai, uomo che pesca

Attributi: delfini (marinai); corona di tralci (Bacco)

Contesto: ambiente marino

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Pirondini M., Giovanni Boulanger. Un pittore francese nel ducato di Modena, Estratto dal mensile economico della Camera di  Commercio “Modena”, n. 11, novembre 1969, pp. 15-24, 38-48;  Roli Guidetti C., I palazzi ducali di Modena e Sassuolo, Architettura e arreda artistico, Residenza estensi, 1973, pp. 89-126; Emilia Romagna, Touring Club Italiano, Milano 2005,p. 407

Annotazioni redazionali: La scena è inserita nella parte superiore della Galleria di Bacco nel palazzo Ducale, in cui si rappresentano vari momenti del mito di Bacco. In particolare l’episodio dei pirati si trova in uno degli scudetti sostenuto dai satiri e situato al di sopra degli arazzi delle pareti. In tal modo si forma quasi uno scorcio in cui dall’interno della sala si apre l’illusione di un ambiente aperto verso un paesaggio di mare. La scena è divisa in due parti. A destra vi è la raffigurazione della nave dei marinai, coperta ormai di edera che impedisce il movimento delle sartie, per cui tutto esprime un senso di abbandono , di tragedia e quasi di naufragio. Da essa si sporgono degli uomini con il corpo contorto dalla paura, alcuni dei quali stanno per gettarsi nel mare dove alcuni delfini indicano la metamorfosi già avvenuta per moltidi essi. I gesti drammatici di quelli che stanno vedendo il loro corpo tramutarsi delineano la spaventosa punizione che li sta colpendo. Sul retro della barca, difficilmente visibile, viene presentato Bacco, riconoscibile dalla corona di tralci di vite ed accanto a lui un personaggio, rivolto verso lui, che ha subito  alcuna trasformazione, probabilmente Acete. E’ evidente però, che pur non posto Bacco in primo piano, tutto l’episodio sta ad indicare la sua potenza, in quanto ciò avviene per sua volontà. Sulla sinistra vi è un personaggio maschile, appoggiato ad una roccia della spiaggia, intento nella pesca quasi indifferente al dramma che sta avvenendo e che sembra estraneo alla vicenda. Possente e quasi scultoreo nella muscolatura, l’uomo non viene però colto in atteggiamento eroico, ma, pur posto di spalle, ispira un senso di malinconia e di abbandono. Anche il suo interesse per la pesca, effettuata con una semplice lenza, esprime la sua indifferenza per la realtà di un evento così traumatico, frutto dell’ira di Bacco.  Tutto l’episodio narrato è incorniciato da un festone di frutti, fra cui primeggia l’uva.

Giulia Masone