
Titolo dell’opera:
Autore: Giovanni Antonio Rusconi (1520-1587)
Datazione: 1558
Collocazione: Le Trasformationi di Lodovico Dolce di novo ristampate e da lui ricorrette et in diversi luoghi ampliate con la tavola delle favole, In Venetia, appresso Gabriel Giolito dè Ferrari, 1553
Committenza:
Tipologia: incisione
Tecnica: xilografia
Soggetto principale: Bacco punisce i marinai di Acete trasformandoli in delfini
Soggetto secondario:
Personaggi: Bacco, Acete, marinai
Attributi: delfini (marinai); corona di tralci (Bacco)
Contesto: ambiente marino
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Seznec J., La sopravvivenza degli antichi dei, Bollati Boringhieri, Torino marzo 1990; Immagini degli dei. Mitologia e collezionismo fra '500 e '600, a cura di Cieri Via C., Leonardo Arte, Milano 1996, pp. 22-28, 290-291; Guthmuller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, pp. 251-274
Annotazioni redazionali: L’incisione è inserita nella stampa delle Trasformationi di Ludovico Dolce, edita a Venezia nel 1553 (Acefr04), con successive quattro ristampe. L’episodio relativo al mito di Acete è raffigurato da Giovanni Antonio Rusconi con un ritmo incalzante e drammatico, in cui viene sintetizzato il momento culminante dell’ira di Bacco. La nave ed i remi sono già coperti dall’edera che impedisce la navigazione. Le vele sono ferme nonostante il mare sia turbolento. A destra si trova Bacco con una corona di vite ed un tirso fra le mani, mentre guarda l’attuarsi della sua volontà. Alcuni uomini, infatti, sono già divenuti delfini e nuotano fra le onde del mare con un muso dal quale traspare il loro dramma. Un altro, terrorizzato, sta cercando di buttarsi nelle acque, mentre a sinistra appare un marinaio con il volto verso le vele, che sembra voler afferrare le funi, ma già le sue braccia sono sparite ed il torso sta assumendo l’aspetto di pesce. La prua dell’imbarcazione raffigura una fiera, uno degli attributi di Bacco, per cui anche la nave dei marinai ha subito una metamorfosi, divenendo il corrispettivo del carro triofale di Bacco, segno della sua potenza e della sua divinità, offesa da questi uomini. Sullo sfondo si intravede un’isola del mare Egeo, fulcro dell’episodio narrato.
Giulia Masone