04: Bacco e i marinai di Acete

Titolo dell'opera: Bacco e i pirati tirreni

Autore: maestranze asiatiche

Datazione: prima metà del II sec. d. C.

Collocazione: Bowood (Wiltshire), coll. Landsdowe, proveniente da Villa Adriana

Committenza: 

Tipologia: fregio

Tecnica: scultura in marmo bigio morato

Soggetto principale: Bacco e i pirati tirreni

Soggetto secondario: 

Personaggi: Bacco, pirata

Attributi: vite (Bacco); delfino (pirata)

Contesto: ambiente marino

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia:  Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1992, vol. III, 1, sub voce Dionysos, p. 558; Pensabene P., Fregio in marmo nero da Villa Adriana, in “Archeologia classica”, 28, 1976, pp. 126-160.

Annotazioni redazionali: Il frammento lapideo pertiene ad un fregio in bigio morato, proveniente da Villa Adriana, più precisamente dalla zona del Serapeo. Nel 1769 fu rinvenuto da Gavin Hamilton non lontano dal Teatro Greco a Villa Adriana e venduto nel 1771, dopo aver subito un pesante restauro integrativo, a Lord Shelburn, Marchese di Lansdowne. Il fregio nel suo insieme presentava diversi gruppi tematici: luoghi di culto campestri alternati a centauri musici e scene mitologiche di soggetto marino (Pensabene, 1976). Queste ultime, rappresentate nel frammento in questione, comprendono a sinistra Ulisse e le Sirene, a destra gli Argonauti e gli uccelli stinfalidi, al centro il mito di Bacco e i pirati tirreni. La scelta di tali soggetti è in stretta connessione con due aspetti importanti della Villa: la grande presenza di acqua, ad esempio nelle Grandi e Piccole Terme, nel Ninfeo, nel Canopo, ed il fatto che si tratta di una residenza di campagna. La scena di Bacco e i pirati tirreni è ambientata su di una nave con la prua a protome di ariete e la poppa a forma di cigno che naviga verso sinistra. Sulla destra è visibile il dio seduto a poppa, mentre a prua si trova il pilota, secondo la fonte ovidiana Acete (Acefc02), che tentò di dissuadere i compagni dal rapire il giovane nel quale non avevano riconosciuto Bacco e per questo fu risparmiato dalla punizione. Il momento rappresentato è quello successivo alla metamorfosi dei pirati; infatti è visibile un delfino sulla destra, vicino alla prua. Bacco è raffigurato con il braccio sinistro poggiato sul bordo della nave ed il destro steso in avanti. A segnalare l’avvenuto prodigio, dei tralci di vite al di sopra della scena. Questo momento del mito non fu molto rappresentato, essendo preferito solitamente quello maggiormente drammatico della metamorfosi, ed è presente nell’arte antica solamente nella kulix attica di Exekias (Cfr. scheda opera 01). La presenza, accanto alla favola di Bacco, del mito di Odisseo e le Sirene accomuna il fregio al mosaico pavimentale conservato al Museo del Bardo di Tunisi (Cfr. scheda opera 05). Secondo alcuni critici, questi miti vengono accostati per una consonanza simbolica in quanto le Sirene, per il loro canto, possono essere associate al culto dionisiaco che informerebbe così l’intero fregio. In un simile contesto è però difficile ricondurre la terza scena che rappresenta gli Argonauti e gli uccelli stinfalidi.

Silvia Trisciuzzi