Acefc05

Sec. I d.C.

Hyginus, De Astronomia, 2

Testo tratto da:  Caio Giulio Hygino, Fabulario delle stelle, a cura di Piermattei D., Sellerio, Palermo 1996.

17.2

Ancora Aglaostene, autore dei Naxica, racconta come alcuni marinai del Tirreno avessero preso a bordo il padre Libero, ancora fanciullo, per condurlo, con i suoi compagni, a Nasso, e consegnarlo alle ninfe sue nutrici, che lo allevarono, come è stato tramandato nelle loro teogonie, dai nostri autori e da numerosi Greci. Ma, per tornare all’argomento, i marinai, spinti dal miraggio di un bottino, vollero invertire la rotta. Così Libero, avendo previsto tutto questo, comandò ai suoi compagni di cantare tutti in coro. Quella musica sconosciuta affascinò a tal punto i Tirreni che essi presero così a danzare e, nella foga di saltellare, senza accorgersene caddero in mare e furono mutati in delfini. Volendo Libero ricordare alla umanità il [fedigrafo] proposito, ne mise uno di questi tra le stelle.