Titolo dell’opera: Ociroe mutata in cavalla
Autore: Antonio Tempesta (1555-1630)
Datazione: 1606
Collocazione: Metamorphoseon sive Transformationum Ovidianarum Libri quindecim Aeneis formis ab Antonio Tempesta Fiorentino incisi, e in pectorum antiquitatisque studiosorum gratiam nunc primum exquisitissimis sumptibus a Petro de Iode anteuerpiano in lucem editi, Anversa 1606
Committenza:
Tipologia: incisione
Tecnica: xilografia
Soggetto principale: Ociroe è trasformata in cavalla
Soggetto secondario:
Personaggi: Ociroe, Esculapio (?)
Attributi:
Contesto: paesaggio campestre
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://search.famsf.org:8080/view.shtml?record=58208&=list&=11&=temp
Bibliografia: Buffa S.,Antonio Tempesta, in The illustrated Bartsch, 36, formely volume 17 (part 3) Abaris books, New York 1984; Alpers S., The decoration of the Torre della Parada, Arcade, Bruxelles 1971, pp. 90-91; Guthmuller B., Mito,poesia, arte, Bulzoni, Roma 1997; Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, p. 14.
Annotazioni redazionali: L’immagine è tratta dall’opera di Antonio Tempesta, composta di sole immagini, in cui l’autore, attraverso di esse, ha voluto rappresentare i miti narrati nelle Metamorfosi di Ovidio. La scena rappresenta il momento in cui Ociroe sta subendo la metamorfosi in cavalla. L’incisore ha colto il momento in cui la ragazza, che ha ancora la parte superiore del corpo in sembianze umane, si rivolge ad un personaggio, per un dialogo che sarà poi l’ultimo. Non si vede il volto della giovane che appare di spalle, con i capelli lunghi, legati in una coda, che richiama quella dell’animale, ma il suo atteggiamento angosciato si riflette nel volto dell’uomo accanto a lei, che ha un’espressione triste e consapevole. Probabilmente questo personaggio è Esculapio, al quale Ociroe, poco prima, aveva predetto il futuro, provocando la punizione degli dei. Questo particolare momento non è riscontrabile nelle fonti letterarie, in quanto si parla della presenza del padre Chirone che non può essere qui identificato nelle sue sembianze di centauro. La scena è ambientata in un paesaggio campestre, in cui appare sullo sfondo una città.
Giulia Masone