
Titolo dell’opera: Ociroe, figlia di Chirone, è mutata in cavalla
Autore: Pieter van der Borcht
Datazione: 1591
Collocazione: Anversa
Committenza:
Tipologia: incisione
Tecnica: xilografia
Soggetto principale: Ociroe è trasformata in cavalla
Soggetto secondario: La metamorfosi di Ociroe in cavalla
Personaggi: Ociroe, Esculapio (?) (scena principale); Ociroe (scena secondaria)
Attributi: cavalla (Ociroe)
Contesto: paesaggio campestre
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://etext.virginia.edu/latin/ovid/1591/OviNa067.html
Bibliografia: Alpers S., The Decoration of Torre de la Parada, IX, Arcade, Brussels 1971, pp. 87-89
Annotazioni redazionali: L’incisione di van der Borcht è un’illustrazione delle Metamorfosi di Ovidio. In quest’opera predomina la parte figurativa, che è stampata sulla pagina di destra, con un breve sommario in latino a sinistra. Il testo è stato pubblicato ad Anversa nel 1591. Questa scena rappresenta il momento in cui Ociroe viene trasformata in cavalla, in quanto colpevole, per gli dei, di aver rivelato il futuro agli uomini. La metamorfosi non è ancora conclusa: una parte del corpo ha già assunto la figura di animale, mentre il busto, le braccia ed il viso hanno ancora le sembianze umane. L’espressione della ragazza è drammatica ed il suo sguardo è rivolto verso il cielo, ad implorare gli dei. Il velo nei suoi capelli è un ultimo richiamo alla sua femminilità che sta svanendo. Ad accentuare questo cambiamento si può evidenziare la somiglianza fra il movimento della coda del cavallo e quello del velo nei capelli di Ociroe. Sulla sinistra è rappresentato un uomo anziano che implora gli dei di risparmiare alla ragazza questa triste metamorfosi. Il personaggio non è identificabile con sicurezza, in quanto la tradizione letteraria ed iconografica comporterebbe la presenza del padre Chirone, che non è però qui riconoscibile nelle sue sembianze di centauro. Potrebbe dunque trattarsi di Esculapio, personaggio al quale Ociroe, poco prima, aveva predetto il futuro. Sulla destra, in secondo piano, appare la trasformazione ormai avvenuta: un cavallo, infatti, nitrisce dolorosamente verso il cielo, riproponendo lo stesso atteggiamento della figura principale, mentre due uomini indicano l’animale. La scena è ambientata in un paesaggio campestre, mentre sullo sfondo, in cima ad una collina, appaiono le costruzioni di una città.
Giulia Masone