Titolo dell’opera: Mercurio e Batto
Autore: Jacob Jordaens
Datazione:
Collocazione:
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela
Soggetto principale: Mercurio si trasforma in pastore e chiede a Batto dove sono le mandrie
Soggetto secondario:
Personaggi: Mercurio, Batto
Attributi: bastone, cane, cavalle (Batto)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Bibliografia: D’Hulst R. A., Jacob Jordaens, Fonds Mercator, N. V. Antwerpen 1982
Annotazioni redazionali: in questo dipinto, come in altri (Cfr. scheda opera 15) si predilige un momento specifico del mito di Mercurio e Batto, e cioè quello in cui il dio, dopo aver offerto una giovenca al pastore in cambio della sua complicità nel furto delle mandrie di Apollo, decide di verificare la sua onestà. Trasformatosi in pastore, egli torna da Batto e gli chiede se non avesse visto passare una mandria; in cambio dell’informazione gli avrebbe dato in dono una giovenca e un toro. L’uomo, intravista la possibilità di raddoppiare il suo guadagno, decise di tradire la promessa fatta in precedenza e indicò il luogo dove le vacche erano nascoste. Batto è qui raffigurato proprio nel momento in cui sta pensando a cosa sia più vantaggioso fare. Il toro, offertogli da Mercurio-pastore, è visibile sulla sinistra. Sono presenti dei cavalli perché Ovidio ci dice che Batto “come guardiano sorvegliava i boschi, i verdi pascoli e le mandrie delle cavalle di razza del ricco Nèleo” (Cfr. Batfc03). La punizione per il suo tradimento sarà la metamorfosi in pietra.
Francesca Pagliaro