09: Mercurio e Batto

Titolo dell’opera: Mercurio ruba le greggi di Admeto

Autore: Domenico Zampieri detto Domenichino (1581-1641)

Datazione: 1616-1618

Collocazione: Londra, National Gallery (già Frascati, Villa Aldobrandini)

Committenza: Cardinale Pietro Aldobrandini

Tipologia: dipinto murale

Tecnica: affresco staccato (261,6 x 201,9 cm)

Soggetto principale: sulla destra Mercurio sta rubando la mandria che Admeto aveva dato in custodia ad Apollo

Soggetto secondario: in primo piano a sinistra Apollo suona il flauto

Personaggi: Apollo, Mercurio

Attributi: flauto (Apollo)

Contesto: paesaggio

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.nationalgallery.org.uk/cgi-bin/WebObjects.dll/CollectionPublisher.woa/wa/work?workNumber=ng6291

Bibliografia: L’ideale classico del Seicento in Italia e la pittura di paesaggio, catalogo della mostra a cura di Arcangeli F. et al., 8 settembre - 11 novembre 1962, Bologna, Palazzo, Ediz. Alfa, Bologna 1962, pp. 72-82; Borea E., Due momenti del Domenichino paesista. Le “Mitologie” di Palazzo Farnese e della Villa Aldobrandini, in “Paragone”, 1963, pp. 22-23; SalernoL., A Domenichino series at the National Gallery: the frescoes from the Villa Aldobrandini, in "The Burlington Magazine", CV, Maggio 1963, pp. 194-204;Spear R.E., Domenichino, Yale University Press, New Haven – Londra 1982, vol. 1, pp. 195-197, 200; Domenichino. 1581-1641, a cura di Strinati C. e Tantillo A., Electa, Milano 1996; Coliva A., Domenichino, in allegato a “Art e Dossier”, n. 118, dicembre 1996.

Annotazioni redazionali: l’affresco, staccato nel XIX sec. e oggi conservato dal 1958 alla National Gallery, in origine decorava la cosiddetta Sala di Apollo nella Villa Aldobrandini a Frascati, la cui costruzione fu voluta dal nipote di papa Clemente VIII, il cardinale Pietro Aldobrandini. Lo schema generale della stanza, oggi ricostruibile solo grazie ad alcuni disegni, in origine ricordava quello della Loggia di Raffaello alla Farnesina. Il programma iconografico, che comprendeva 10 riquadri con episodi della vita di Apollo (Lo scorticamento di Marsia, Apollo e Pitone, Apollo che uccide due Ciclopi, Il Giudizio di Mida, Apollo e Dafne – Cfr. scheda opera relativa La trasformazione di Ciparisso  - Cfr. scheda opera relativa, Apollo protegge la testa di Orfeo, Apollo e Nettuno con Laomedone, Mercurio ruba le greggi di Admeto, Apollo uccide Coronide), fu ideato da Monsignor Agucchi, per cui l’artista aveva già lavorato (Ritratto del Cardinal Agucchi, 1605, Firenze, Uffizi). Il complesso programma decorativo e iconografico intendeva celebrare il committente come patrono delle arti; Levey sottolinea il fatto che venga data molta enfasi al ruolo di Apollo come portatore di morte piuttosto che come patrono della arti. Per l’esecuzione del ciclo Domenichino si avvalse di alcuni collaboratori, come ad esempio Alessandro Fortuna e Giovanni Battista Viola, specializzato nel genere del paesaggio, che proprio in questo ciclo inizia ad acquisire un ruolo di primissimo piano. La scena di Mercurio che ruba le greggi custodite da Apollo è quella peggio conservata a causa dei pesanti restauri cui fu sottoposta. In primo piano sulla sinistra troviamo Apollo intento a suonare un flauto (Batfc03); in fondo a destra si distingue una mandria, ma a causa dello stato di conservazione non è possibile individuare la figura di Mercurio. L’iconografia adottata in quest’opera, come in altre (Cfr. scheda opera 13), vede la contaminazione di due episodi diversi, entrambi narrati da Apollodoro in punti distinti della Biblioteca: quello in cui le vacche di Apollo sono rubate da un Mercurio bambino (Cfr. Batfc04), e quello in cui Apollo, punito da Zeus per aver ucciso i Ciclopi, è costretto a pascere per un anno le mandrie del re Admeto. Nelle successive tradizioni testuali e figurative, i due episodi, originariamente distinti, vengono collegati e confusi cosicché, ogni volta che c’è un Apollo pastore con Mercurio che ruba le mandrie, queste vengono identificate con quelle di Admeto. Di conseguenza, a livello testuale, la vicenda di Batto viene collegata all’episodio di Apollo e Admeto (Arnolfo, Regio, Agostini, Anguillara). In conclusione, anche se nel dipinto di Domenichino non compare Batto, Mercurio ruba le vacche da adulto e quindi c’è un chiaro riferimento all’episodio narrato da Ovidio nel secondo libro (Cfr. Batfc03)  

Chiara Mataloni

Francesca Pagliaro