07: Mercurio e Batto

Titolo dell'opera: Mercurio e Batto 

Autore: Anonimo incisore da Hendrick Goltzius

Datazione: 1590

Collocazione:

Tipologia: incisione

Tecnica: acquaforte (168 x 250 mm)

Soggetto principale:

Soggetto secondario:

Personaggi:

Attributi: calzari alati (Mercurio); bastone da pastore, roccia, cavalli (Batto); flauto a sette canne, bastone da pastore (Apollo)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.oldmasterprint.com/672.jpghttp://www.oldmasterprint.com/672.jpg

Bibliografia: Reznicek E. K. J., Die Zeichnungen von Hendrick Goltzius, Haentjens Dekker & Gumbert, Utrecht 1961; Strauss W. (a cura di), The Illustrated Bartsch, vol. 3, Hendrik Goltzius,Abaris Books, New York 1980; Davidson Reid J., The Oxford Guide to classical mythology in the arts, 1300-1900’s, Oxford university Press, New York-Oxford 1993

Annotazioni redazionali: Intorno al 1580 HendrickGoltzius progetta 300 incisioni aventi come tema gli episodi delle Metamorfosi di Ovidio. La serie si connota per l’attenzione puntuale al testo classico ed alla sua struttura. In questo caso, raffigura in primo piano Apollo vestito da pastore intento a suonare un flauto a sette canne, così come troviamo nelle fonti (Cfr. Batfc03; Batfr03; Batfr06). In secondo piano sulla destra, Mercurio, vestito da pastore (cappello, bastone) ma riconoscibile dai calzari alati, sta parlando con un vecchio, che possiamo identificare con Batto, il guardiano che, come narra Ovidio,  “sorvegliava i boschi, i verdi pascoli/ e le mandrie delle cavalle di razza del ricco Nèleo”; e in effetti sullo sfondo a sinistra sono visibili dei cavalli. Batto era stato l’unico ad accorgersi che Mercurio aveva rubato le greggi custodite da Apollo. Il dio aveva cercato di comprare il silenzio del vecchio pastore, ma non fidandosi, decise di metterlo alla prova: cambiatosi d’aspetto, gli chiese se avesse visto passare di lì una mandria, offrendogli una ricompensa maggiore; Batto, allettato dalla proposta, indicò prontamente la direzione in cui era andato Mercurio con la mandria; a questo punto, il dio rivelò la sua identità e punì il vecchio trasformandolo in un sasso, in modo che non potesse più parlare. Nell’incisione è raffigurato il momento della trasformazione: le gambe del vecchio, infatti, non sono ben distinguibili, ma formano un tutt’uno con la roccia su cui siede. Alcuni ricollegano l’incisione con un altro episodio tratto dalle Metamorfosi ovidiane, quello di Mercurio, Argo ed Io (Cfr. scheda opera relativa), anche se i versi riportati in calce si riferiscono chiaramente a Batto:

Septenis Phebo inflatur dum sistola cannis,

Diecis afflantiades in iuga celsa boves.

Iudicat hoc Battus in Maia mox ringitur ortus,

fit Battusque iudex ille repente lapis.

Chiara Mataloni