05: Mercurio e Batto

Titolo dell’opera: Batto mutato in roccia

Autore: Bernard Salomon

Datazione: 1557

Collocazione: Bernard Salomon, La Metamorphose  d’Ovide figurèe, Lyon 1557      

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Mercurio trasforma Batto in una roccia per aver tentato di ingannarlo

Soggetto secondario: in disparte Apollo suona una zampogna; sullo sfondo Mercurio ruba i buoi di Apollo

Personaggi: Apollo, Mercurio, Batto

Attributi: veste da pastore, bastone, zampogna a sette canne (Apollo);elmo alato, caduceo, aspetto da pastore? (Mercurio); roccia (Batto)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni: Virgil Solis, Batto mutato in roccia, ne La Metamorphose d’Ovide figurèe, par Jean de Tournes, Lyon 1563 (Cfr. scheda opera 06); Gabriello Simeoni, La vita et Metamorphoseo d'Ovidio figurato et abbreviato in forma d'Epigrammi da m. Gabriello Simeoni, 1559, I, f.29, n. 17

Immagini: http://etext.virginia.edu/latin/ovid/vasal1557/0034_b3r.html

Bibliografia: Guthmuller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni editore, Roma 1997, pp. 213, 225

Annotazioni redazionali: Le incisioni di Bernard Salomon ad illustrazione de La Métamorphose d’Ovide figurée, pubblicata per la prima volta a Lione nel 1557, costituirono il modello per le illustrazioni ovidiane successive. Guthmuller (1997) evidenzia come il titolo stesso dell’opera rimandi alla Picta Poesis di Barthélemy Aneau (1552), testo di emblemi che unisce poesia e pittura. L’opera di Salomon presenta infatti la tipica tripartizione degli emblemi in inscriptio (breve descrizione del soggetto), pictura e subscriptio (epigramma a commento). In ogni pagina queste tre parti sono racchiuse ed evidenziate da una ricca cornice ornamentale.  In ogni caso la Métamorphose figurée non può dirsi un libro di emblemi perché non fornisce una lettura allegorica del mito pur avendo un fine pedagogico. La consonanza con la letteratura emblematica è segno di un progressivo affermarsi dell’immagine sul testo. Questa incisione segue fedelmente il testo ovidiano; sono raffigurati insieme più momenti del mito. In primo piano sulla destra troviamo Apollo che suona in atteggiamento malinconico, così come lo descrive Ovidio nelle Metamorfosi:  “Era il tempo in cui andavi coperto di una pelle da pastore/ e reggevi nella sinistra un bastone strappato al bosco,/ nell'altra mano una zampogna a sette canne digradanti” (Cfr. Batfc03). Sullo sfondo Mercurio, riconoscibile dai suoi classici attributi (caduceo, elmo alato e mantello), è raffigurato mentre ruba la mandria cui doveva badare Apollo, nascondendola in un bosco. In primo piano al centro il momento conclusivo del mito, quello in cui Mercurio assume le vesti di un pastore per mettere alla prova il vecchio Batto, unico testimone del furto commesso: il dio aveva comprato il silenzio del vecchio regalandogli una giovenca, ma poiché non si fidava si ripresentò davanti a lui “con diverso aspetto e voce” (Cfr. Batfc03), chiedendogli se avesse visto passare una mandria. Il vecchio non resistette all’offerta di un toro e una vacca e indicò il luogo in cui era nascosta la mandria; Mercurio, irato per l’inganno, trasformò il vecchio in una pietra. È proprio questo il momento raffigurato nella xilografia: Batto sta indicando dietro di lui verso il luogo in cui Mercurio ha nascosto la mandria di Apollo; il dio vestito da pastore alza il braccio destro in modo impetuoso e dà inizio alla metamorfosi del vecchio in masso.

Chiara Mataloni