1522
NICCOLÒ DEGLI AGOSTINI, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in verso vulgar con le sue allegorie in prosa,Venetia, 1522, ff. 21 r v
DE APOLLO IN PASTORE
Avendo Giove uccisi due figluoli
Di Apol, che fu Esculapio, e il bel Phetonte
Per vendicarsi di tanti suoi duoli
Non potendo al gran Dio mostrar la fronte
Ando in Scicilia nei, concavi, et soli
Albergi di Vulcan, Sterope, e bronte
Da li ciclopi c’havean fabbricati
I strali con i quali fur fulminati
Et li percosse con tanta ruina
E tal fracasso che nuccise assai
Con la possanza sua sacra, et divina
E molti ne lasso con duoli, e guai
Giove indigniato per tal disciplina
Lo privo de li suoi lucenti rai
De la sua degnità, del suo valore
Per il che Phebo diventò pastore
DI BATO MUTATO IN SASSO
Mentre che Phebo le vacche guardava
Del saggio re come di sopra ho detto
Del sonar molto più se diletuava
Che di fargli la guardia con effetto
Et uno giorno mentre che sonava
Le vacche se nandor dal suo cospetto
E come shebber ben alontanate
Da Mercurio gli fur tutte furate
Il qual non fu da nessun altro visto
Che da un sol vecchio cavea nome Bato
A,qual Mercurio se voi far acquisto
Duna giovenca lo terrai celato
Il vecchiarel chera malvagio, e tristo
Rispose pria questo sasso insensato
Rivellar il potra chiol dica mai
Se la bella Giuvencha mi darai
Fidandosi Mercurio di costui
Gli die la vacca, e shebbe dipartito
E dopo alquanto ritorno da lui
Daltra effigie, e daltro abito vestito
E disse al vecchio con li usati sui
Modi, perchera un deo molto scaltrito
Hanresti per ventura in questo lato
Visto cui mha l’armento mio furato
Io ti prometto che se mel dirai
Da me che son colui che lha perduto
Una giovenca, et un vitello harai
Per la buona opra tua como e dovuto
Il vecchio che vedea crescer piu assai
Il Guidardon di quel homo saputo
Presto rispose con benignia fronte
Va che lo troverai dietro a quel monte
Mercurio che teneva il capo basso
Come di Bato intese la risposta
Non si mostrò più doloroso, o lasso
Ma con parlar superbo a lui saccosta
E presto il fece diventar un sasso
Poi da lui si parti senza far sosta
Et le vacche fin hor mostrar col dito
Si vede il vecchio in pietra convertito
ALLEGORIA DELLE COSE DETTE
(…) E dove dice che Phebo fu fatto pastore e guardator di bestie, la Allegoria è detta, ma per Mercurio che li tolse le vacche se intende Dio, perché Mercurio è interpretato parola di Dio, questo Mercurio tolse le vacche cioè che Dio tolle li vitii et riduce l’homo a buono stato, per Bato il qual non osserva fede a Mercurio se intende lhomo semplice il quale non conosce come Dio sura li mali pensieri a lhumana natura, et così per suo difetto è mutato in sasso, cioè vuol dire che lhuomo vitioso ignorante e otinato nelli vitii è simile a un sasso.