
Titolo dell'opera: Ratto di Europa
Autore: Mattia Preti (1613-1699)
Datazione: 1640-66
Collocazione: Roma, Galleria Pallavicini
Committenza: Filippo III Colonna
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela (83,5x74cm)
Soggetto Principale: Giove, sotto forma do toro, rapisce Europa
Soggetto secondario:
Personaggi: Europa; Giove (sotto forma di toro); Figure femminili; amorini
Attributi: toro (Europa)
Contesto: scena all'aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Spike J.T. (a cura di), Mattia Preti, catalogo ragionato dei dipinti, Taverna, Museo civico, Firenze, Centro Di, Firenze 1999, pp.257-258; Utili M., Mattia Preti tra Roma e Napoli, Electa, Napoli 1999, pp.30-37; Il mito di Europa. Da fanciulla rapita a continente, catalogo della mostra, Firenze Galleria degli Uffizi, 11 giugno 2002-6 gennaio 2003, Giunti, Firenze 2002, pp.114-115.
Annotazioni redazionali: Mattia Preti inserì questo dipintoin una serie di opere dedicate a rapimenti amorosi da parte degli dei, che gli fu commissionata da Filippo III Colonna in occasione del matrimonio di Margherita Colonna col Duca Giulio Cesare Rospigliosi (Spike 1995). Oltre alla storia di Europa, sono rappresentati il ratto di Proserpina, quello di Ganimede, e quello di Endimione che è andato perduto. La scena mostra l'attimo stesso in cui Europa viene rapita e portata in mare dal toro, metamorfosi di Giove. La fanciulla, seduta su di un fianco, stringe con la mano sinistra un corno dell'animale mentre sopra di lei è raffigurato il volo di due amorini, motivo ricorrente della tradizione figurativa seicentesca. A completare la scena le ancelle, testimoni del ratto, che invano tentato di trattenere dalla coda il toro spinto verso il largo da un amorino che lo tira per le corna. Il taglio compositivo della scena sembra avere un precedente nel Ratto Di Europa della Galleria Borghese realizzata dal Cavalier d'Arpino (Cfr. scheda opera 75). L'artista sceglie di rappresentare il toro con un manto scuro e con una macchia bianca sul muso facendo riferimento alle descrizionipresenti negli Idilli di Mosco (Eurfc04)e nei Fasti di Ovidio (Eurfc08).
Antonio Giuseppe Gana