92: Giove e Europa

Titolo: Ratto di Europa

Autore: Francesco Albani (1578-1660)

Datazione: 1640-1645

Collocazione: San Pietroburgo, Hermitage

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: Europa si allontana per mare sulla groppa del toro

Soggetto secondario: le ancelle assistono all’evento

Personaggi: Giove (sotto forma di toro), Europa, Cupido, amorini, ancelle

Attributi: toro (Giove); toro (Europa); arco, faretra (Cupido)

Contesto: paesaggio marino

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.hermitagemuseum.org/

Bibliografia: Puglisi C.R., Francesco Albani, New Haven, London 1999, pp. 132-133,170-172; Acidini Luchinat C. (a cura di), Il mito di Europa da fanciulla rapita a continente, catalogo della mostra (Firenze 2002), Giunti, Firenze 2002, pp. 98-100, 256-257

Annotazioni redazionali: Si tratta di una delle numerose versioni del Ratto di Europa realizzate dall’Albani a partire dal 1612, data alla quale risale la prima di esse, quella della collezione romana del marchese Patrizio Patrizi (Acidini Luchinat, 2002, p. 99); seguono poi solo per citarne alcune quella degli Uffizi (Cfr. scheda opera 87), del Louvre e della galleria Colonna a Roma (Acidini Luchinat, 2002, p. 257). Infatti stando a quanto riportato da Ferdinando Cospi, agente bolognese del Granduca di Toscana Ferdinando II, molte copie furono tratte proprio dalla versione oggi agli Uffizi dato che la tela rimase a lungo nella bottega dell’Albani. Il dipinto dell’Hermitage presenta una visione dell’evento ridotta nel numero dei personaggi e molto ravvicinata che esclude qualche elemento del paesaggio per concentrarsi specificatamente sul gruppo di Europa con il toro, già lontano dalla riva, dopo essersi lasciato alle spalle le quattro ancelle. La fonte alla quale il pittore deve aver fatto riferimento è Ovidio (Eurfc07) sia in generale che per quanto concerne Europa che si volge a guardare indietro con la bocca semiaperta e un braccio proteso verso le compagne in una debole richiesta di aiuto. Tuttavia compaiono nella scena alcuni particolari che fanno presupporre una ripresa piuttosto puntuale di un altro testo, quello di Achille Tazio, che secondo la Puglisi era probabilmente noto all’Albani in una traduzione italiana del XVI secolo. In dettaglio le corrispondenze riguardano: l’ancella con le braccia sollevate, che sembra essere la più coinvolta emotivamente dall’avvenimento, per la descrizione della veste, che lascia scoperta la gamba e dei calzari (Eurfc14); Europa oltre che per la consueta posizione su di un fianco anche per il seno scoperto e per il peplo usato come vela, tenuto però da due amorini e infine Cupido che tiene al guinzaglio il toro. A partire dal dipinto di Tiziano (Cfr. scheda opera 59) ci si imbatte sempre più di frequente in immagini del rapimento contornate da gruppi di amorini, in questo caso dagli atteggiamenti particolarmente vivaci e scherzosi, basti guardare l’amorino che punzecchia con la freccia il toro o lo stesso Cupido, riconoscibile dalla faretra appena visibile fra le ali, che si volta verso Giove con un sorriso beffardo.

Silvia Molinari