Titolo dell‘opera: Ratto di Europa
Autore: Erasmus Quellinus (1607-1678)
Datazione: 1636-1637
Collocazione: Madrid, Museo del Prado
Committenza: Filippo IV di Spagna (1605-1655)
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela (87 x 126 cm)
Soggetto principale: Giove sotto forma di toro rapisce Europa
Soggetto secondario:
Personaggi: Europa, Giove
Attributi: toro (Europa); toro (Giove)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti: Pieter Paul Rubens, Il ratto di Europa, schizzo, Madrid, Museo del Prado, 1636
Derivazioni:
Immagini: http://1.bp.blogspot.com/_mNvhfjwQqc8/SYehi1IsNdI/AAAAAAAABh0/RjIePE1Har0/s1600-h/erasmus.jpg
Bibliografia: Paratore E., Ovidio e Seneca nella cultura e nell’arte di Rubens, in “Bulletin de l’Institut Historique Belge de Rome”, 38, 1967, pp. 533-565;Alpers S., The decoration of the Torre della Parada, in “Corpus rubenianum”, IX, Arcade, Bruxelles 1971, p. 206, scheda 21; Jaffè M., Rubens, catalogo, Rizzoli, Milano 1989, pp. 353, 356-357;Díaz Padrón M., El siglo de Rubens en el Museo del Prado, Catálogo razonado de pintura flamenca del siglo XVII, Editorial Prensa Ibérica, Barcellona 1995, p. 829.
Annotazioni redazionali: Erasmus Quellinus fu un pittore fiammingo che lavorò presso lo studio di Rubens. Il dipinto, al Prado dal 1827, proviene dalla Real Academia di San Fernando a Madrid ma originariamente fu realizzato per la decorazione della Torre della Parada, padiglione di caccia voluto da Filippo IV di Spagna. Il progetto decorativo, incentrato sulle storie degli amori divini, fu interamente affidato a Rubens, che, ispirandosi ad Ovidio, realizzò prevalentemente bozzetti, poi elaborati da suoi allievi e collaboratori, tra cui Jacob Jordaens, Cornelis de Vos, Erasmus Quellinus. Quest’ultimo eseguì l’opera seguendo fedelmente lo schizzo realizzato da Rubens (Cfr. scheda opera 85). La scena rappresenta il momento, descritto da Ovidio nelle Metamorfosi (Eurfc07, vv. 868-875), in cui Europa si volta verso la spiaggia ormai lontana, tiene con la destra un corno del toro, mentre le vesti sono rigonfiate dal vento.
Susanna Sablone