82: Giove e Europa

Titolo: Ratto di Europa

Autore: Pieter Paul Rubens (1577-1640)                                                                 

Datazione:1628-1629 ca.

Collocazione: Madrid, Museo del Prado

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela (120 x 109 cm)

Soggetto principale: Giove fugge con Europa sul dorso

Soggetto secondario: in lontananza le fanciulle si agitano assistendo al rapimento di Europa

Personaggi: Giove, Europa, amorini, fanciulle

Attributi: toro (Giove); toro (Europa)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti: Tiziano, Ratto di Europa, 1559-1562 ca., Boston, Isabella Stewart Gardner Museum (Cfr. scheda opera 59)

Derivazioni:

Immagini: http://www.wga.hu/art/r/rubens/23mythol/41mythol.jpg

Bibliografia: Paratore E., Ovidio e Seneca nella cultura e nell’arte di Rubens, in Bulletin de l’Institut Historique Belge de Rome, 38, 1967, pp. 533-565; Jaffè M., Rubens. Catalogo completo, ed. italiana a cura di Mulazzani G., Rizzoli, Milano 1989, pp. 66-87, 350-357; Museo del Prado, la collecciòn Real, Espasa Calpe, Madrid 1990, p. 427; Pilo G.M., Tiziano e Rubens, in Tiziano dopo Tiziano: induzioni e deduzioni, a cura di Bortolatto L., Arte Documento, 1991, pp. 33-57; Passerini L., Il mito d’Europa. Radici antiche per i nuovi simboli, Giunti, Firenze 2002, pp. 61-64

Annotazioni redazionali: il Ratto di Europa eseguito da Rubens è l’esatta copia di una delle tele ispirate alle Metamorfosi di Ovidio realizzate da Tiziano intorno al 1559 per conto del Re di Spagna Filippo II. La committenza della copia, realizzata nel 1628, è invece da attribuire al sovrano Filippo IV, il quale incaricò Rubens di copiare non solo questo dipinto ma anche la tela con Diana e Callisto. Per spiegare la quasi perfetta aderenza delle tele di Rubens rispetto a quelli di Tiziano, sappiamo che già venticinque anni prima, più precisamente nel 1603 durante un primo soggiorno in Spagna, Rubens ebbe la possibilità di vedere da vicino le tele del maestro Veneto (Cfr. scheda opera 59). Ma, se iconograficamente il dipinto di Rubens non tradisce in nessun punto il precedente di Tiziano, a livello tecnico e stilistico esso si discosta per l’utilizzo di una tela in tessuto di Fiandra con imprimitura grigio-chiara che conferisce all’opera un tono di fondo più freddo e un gioco di colori caldi. In definitiva, è evidente che Rubens in questa tela mostra di conoscere molto bene l’opera di Tiziano, a tal punto da riprodurne ogni minimo particolare. È altrettanto importante sottolineare che il pittore fiammingo possedeva una cultura classica ammirevole, e dunque un rapporto con i testi classici diretto. Non è chiaro se egli stesso abbia o meno letto le Metamorfosi prima di dedicarsi al lavoro commissionatogli da Filippo IV, ma è sicuramente vero che tutto ciò gli consentì di avvicinarsi con maggiore scioltezza e padronanza ai temi mitologici rappresentati da Tiziano.

Raffaella Recchia