76: Giove e Europa

Titolo dell’opera: Il ratto d'Europa

Autore: Antonio Tempesta (1555-1630)

Datazione: 1606

Collocazione: Metamorphoseon sive transformationum Ovidii libri XV aeneis formis incisi, et in pictorum antiquitatisque studiosorum gratian nunc primum, Anversa 1606, n. 21

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia (9,6 x 11,5 cm)

Soggetto principale: Europa rapita dal toro

Soggetto secondario: due ancelle piangono Europa

Personaggi: Europa, Giove (sotto forma di toro), ancelle

Attributi: toro (Europa); toro (Giove)

Contesto: paesaggio marino

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://search3.famsf.org:8080/view.shtml?record=58212

Bibliografia: von Bartsch A., Le Peintre Graveur. The illustrated Bartsch italian masters of the sexteenth century, Abaris books, New York 1983; Guthmuller B., Mito, poesia, arte, Bulzoni, Roma 1997; Il mito di Europa. Da fanciulla rapita a continente, a cura di Acidini Luchinat C., Giunti, Firenze 2002;Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, p. 14

Annotazioni redazionali: L'immagine rientra in un ciclo particolarmente fortunato pubblicato nel 1606 ad Anversa, fonte d'ispirazione di numerose opere successive: Le Metamorphoseon sive transformationum Ovidii libri XV. Il ciclo, composto da 150 xilografie realizzato da Antonio Tempesta, propone piccole immagini accompagnate da sintetiche frasi esplicative tratte dal libro ovidiano delle Metamorfosi. L'opera va a collocarsi in una serie di pubblicazioni, come quella di Salomon (Cfr. scheda opera 56) e di Goltzius (Cfr. scheda opera 73), in cui si sottolinea la preminenza dell'immagine sul testo scritto; l'immagine acquista così un valore esplicativo, donando all'opera una maggiore fruibilità anche da parte di un pubblico poco colto e rendendola facilmente comprensibile. In questa ventunesima incisione Tempesta attinge allo schema compositivo del Salomon (Cfr. scheda opera 56) con una maggiore ricchezza di dettagli. L'immagine propone al centro la figura di Europa sul dorso del toro mentre volge lo sguardo verso la riva dove due ancelle cercano di attirare la sua attenzione, una inginocchiandosi implorante e l'altra nell'atto di urlare con le mani volte verso il cielo. Parte della critica ipotizza che l’opera del Tempesta sia stata pubblicata postuma nel 1606, ma che fosse già nota negli anni precedenti e che possa per questo aver influenzato Goltzius nella creazione delle sue incisioni del 1590 (Cfr. scheda opera 73) (Cristina Acidini Luchinat, Firenze, 2002).

Deborah D'Amato