35: Giove e Europa

Titolo dell’opera: Ratto d’Europa

Autore: Bernardino di Betto detto Pinturicchio (1454-1513)

Datazione: 1508-1509

Collocazione: New York, Metropolitan Museum of Art (proveniente da Siena, Palazzo Petrucci)

Committenza: Pandolfo Petrucci (1452-1512)

Tipologia: dipinto

Tecnica: affresco 

Soggetto principale: Europa rapita da Giove, sottoforma di toro

Soggetto secondario:

Personaggi: Europa, Giove (sotto forma di toro)

Attributi: toro (Giove); toro (Europa)

Contesto: paesaggio marino

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Carli E., Il Pintoricchio, Electa Editrice, Milano 1960, pp. 81-82; V. Tátrai, Gli affreschi del Palazzo Petrucci a Siena: una precisazione iconografica e un ipotesi sul programma, in “Acta historiae artium Academiae Scientiarum Hungaricae”, 24, 1978, pp. 177-183; Sricchia Santoro F., 'Ricerche senesi’: il Palazzo del Magnifico Pandolfo Petrucci, in “Prospettiva”, 29, 1982, pp. 24-30; Holmquist, J.B. The iconography of a ceiling by Pinturicchio from the Palazzo del Magnifico, Siena, Ph.D. University of North Carolina at Chapel Hill, 1984; Acidini C., Pintoricchio, Scala, Antella (FI) 1999, pp. 71-73;  Scarpellini P., Silvestrelli M.R., Pintoricchio, Federico Motta editore, Milano 2004, pp. 273-276; Mancini F.F., Pinturicchio, Industrie Farmaceutiche riunite A. Menarini, Firenze 2007, pp. 256-257; Terziani R., Un'ipotesi innovativa sui palazzi di Giacoppo e Pandolfo Petrucci e di Antonio Bichi: politica e architettura a Siena nel Rinascimento, in “Accademia dei Rozzi”, 15, 2008, 29, pp. 45-52

Annotazioni redazionali: Si tratta di una formella facente parte del soffitto che decorava la sala di rappresentanza, chiamata anche “Gabinetto”, del palazzo Petrucci a Siena. Il committente Pandolfo Petrucci, detto il “Magnifico”, uomo politico con possedimenti fondiari, incaricò un gruppo di pittori (tra cui oltre Pinturicchio, Luca Signorelli e l’urbinate Girolamo Genga) di affrescare e ornare la sala principale del proprio palazzo di via dei Pellegrini, nei pressi del Duomo, in occasione delle nozze tra il figlio Borghese Petrucci e Vittoria Piccolomini. Questa impresa decorativa prevedeva l’esecuzione di otto dipinti che decoravano le pareti della sala quadrangolare e dell’affresco del soffitto. L’intero programma iconografico voluto nella sala sottolineava e accentuava il potere e lo status sociale della famiglia Petrucci e celebrava il matrimonio della coppia Petrucci-Piccolomini, fornendo exempla di virtù civili e militari, private e pubbliche riprese dalla mitologia greca e romana e soggetti tratti dalla poesia epica, dalla storia antica e dalla letteratura trecentesca. Il soffitto fu abusivamente staccato dal palazzo per opera del restauratore  e falsario Icilio Joni nel 1912; due anni dopo, nel 1914, a Parigi furono acquistate 22 formelle dal Metropolitan Museum of Art di New York, dove tutt’ora il soffitto si trova rimontato nella cosidetta Golden Room. Il soffitto, che era retto da peducci e da vele con raffigurazioni delle muse tra grottesche, è una superficie piana suddivisa in scomparti e formelle, con rappresentazioni di soggetto mitologico greco-romano: al centro è rappresentato lo stemma dei Petrucci entro una ghirlanda retta da quattro putti. Tale partito decorativo riprendeva lo schema e i modelli della volta dorata della Domus Aurea neroniana. I soggetti mitologici rappresentati, nei quali avviene l’incontro tra dei e umani e tra forze maschili e femminili, costituiscono un modello per il matrimonio, divenendo allegorie che celebrano le virtù coniugali della giovane coppia. Nello specifico, la formella con il Ratto di Europa rappresenta la bella e virtuosa figlia di Agenore seduta a cavalcioni sulla groppa del toro, con la mano sinistra gli abbraccia il collo e con la destra si trattiene la veste alzandola, come viene descritto nei Fasti di Ovidio (Eurfc08) nonostante la posizione delle braccia siano invertite, mentre ella viene portata sull’isola di Creta dove Giove la farà sua sposa.

Daisy Triolo