Titolo dell'opera: Ratto d'Europa
Autore: Antonio di Pietro Averlino, detto il Filarete (1400-1469?)
Datazione: 1433-1445
Collocazione: Città del Vaticano, Basilica di San Pietro, porta bronzea di S. Pietro
Committenza: papa Eugenio IV (1431-1447)
Tipologia: scultura
Tecnica: rilievo in bronzo
Soggetto principale: Europa sul dorso del toro
Soggetto secondario:
Personaggi: Europa, Giove (sotto forma di toro)
Attributi: Europa (toro), toro (Giove)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://saintpetersbasilica.org/Interior/DoorFilarete/FilareteDoor-RapeOfEuropa.jpg
Bibliografia: Roeder H., The borders of Filarete's bronze doors to St.Peter's, in “Journal of the Warburg and Courtauld Institutes”, X, 1947, pp. 150-153; Lord C., Solar imagery in Filarete’s doors to St. Peter’s, in “Gazzette des Beaux-Arts”, LXXXVII, 118, 1976, pp. 144-150; Spencer J.R., Filarete’s bronze doors at St. Peter’s, in Collaboration in Italian Renaissance Art, a cura di Stedman Sheard W., Paoletti J.T., Yale University press, New Haven 1978; Pinelli A., Le porte, in La Basilica di San Pietro, a cura di Pinelli A., Panini, Modena 2000, tomo I, pp. 325-332; Calzona L., Roma, Città del Vaticano, Basilica di S. Pietro – Portale, in L’arte delle Metamorfosi, Decorazioni mitologiche del Cinquecento, a cura di Cieri Via C., Lithos, Roma 2003, pp. 311-313
Annotazioni redazionali: Voluta fortemente da papa Eugenio IV, la porta è considerata una delle prime affermazioni dell'arte rinascimentale in Italia; opera del Filarete, viene inaugurata nel 1445 per celebrare la chiesa ed il papato; nel 1619, per volere di Paolo V, viene ricollocata lì dove si trova oggi. Fondamentale nell'analisi generale dell'opera è la simbiosi creata dall'artista tra gli elementi di rimando puramente classicheggiante e gli elementi moderni. L'ampia bordura a volute d'acanto in cui sono poste scene di carattere profano e mitologico, tra le quali è possibile riconoscere figure di imperatori, personaggi storici e scene relative all'attività di riunificazione della chiesa d'oriente con quella d'occidente del papa Eugenio IV, fa da cornice alle scene di martirio dei santi Pietro e Paolo e alle altre immagini sacre collocate nei sei battenti della porta. In questa sintesi tra immagini di eco fortemente bizantina e classica ed immagini contemporanee, si intendeva sottolineare il passaggio dalla Roma pagana ad una Roma Cristiana e moderna. La quantità di temi trattati e fusi tra loro si palesa in una varietà notevole di fonti iconografiche: Ovidio nelle Metamorfosi e nei Fasti, Livio, Valerio Massimo ed Esopo. Da sottolineare l'affinità di alcune scene della porta, come Proserpina o, nello specifico, il Ratto di Europa, con il precedente perduto ciclo degli uomini famosi dipinto a Roma da Masolino nel 1432, molto probabilmente noto al Filarete il quale poté usarlo come studio e da repertorio di cronache figurate (Cieri Via, 1997, p. 248). L'immagine del ratto d' Europa è collocata nell'area inferiore del primo battente tra volute di acanto. Le fonti con le quali si riscontra una connessione sono senza dubbio le Metamorfosi, in cui ben si descrive la fanciulla, ed i Fasti in cui Ovidio descrive la giovane Europa dai capelli mossi dal vento e nell'atto di sollevare i piedi dalle onde. Ciò che rende però particolarmente interessante tale rappresentazione, apparentemente molto semplice, è l'iconografia poco consueta e rara, che vede la giovane nell'atto di cavalcare l'animale e non nella più comune iconografia che la vuole invece seduta sul dorso del toro.
Deborah D'Amato