19: Giove e Europa

Titolo: Il ratto di Europa

Autore: anonimo

Datazione: 175-225 d.C.

Collocazione: Arles, Musée de L'Arles Antique (proveniente da una villa romana nei pressi di Trinquetaille)

Committente:

Tipologia: pittura pavimentale

Tecnica: mosaico (205x187cm)

Soggetto Principale: Europa cavalca Giove trasformatosi in toro

Soggetto Secondario:

Personaggi: Europa; Giove (sotto forma di toro)

Attributi: colore bianco del toro (Giove), velo gonfio ad arco (Europa)

Contesto: paesaggio marino

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.theoi.com/ 

Bibliografia: Il mito di Europa: da fanciulla rapita a continente, (Galleria degli Uffizi 11 giugno 2002 – 6 gennaio 2003), Giunti, Firenze, pp. 47-49; Passerini L., Il mito d’ Europa: radici antiche per nuovi simboli, Giunti, Firenze 2002, p. 18; Sintès C. (a cura di), Musee de l’Arles antique, Actes Sud, Arles 1996, pp. 100-101;Wattel de-Croizant O., Les mosaiques represemtant le mythe d'Europe (1-6 siecles): evolution et interpretation des modeles grecs en milieu romain, De Boccard, Parigi 1995, pp. 141-143 e p. 239-244.

Annotazioni Redazionali: Il mosaico, scoperto nel 1900 nei pressi di una villa romana nella zona di Trinquetaille, presenta la scena mitologica all’interno di una doppia cornice decorata con motivi geometrici (la più interna caratterizzata da una treccia a due capi policroma, mentre l’altra definita attraverso un motivo a triangoli bianchi e neri). L’episodio mitico è reso in maniera semplice ed essenziale concentrandosi esclusivamente sui due protagonisti principali del mito: Giove in sembianze di toro che trasporta Europa sulla superficie del mare. Europa è raffigurata frontalmente seduta di lato sul dorso del toro che avanza di profilo verso sinistra; tiene con la mano sinistra il manto della veste che si gonfia ad arco per il vento, mentre la mano destra è poggiata delicatamente sulla testa dell’animale. Questo schema iconografico, molto diffuso a partire dal IV sec a.C. (Cfr. scheda opera 11), si discosta leggermente da quella che è la descrizione ovidiana del mito (Eurfc07 e Eurfc08), soprattutto per quanto riguarda la diversa disposizione delle mani di Europa e il suo atteggiamento in questa rappresentazione, in realtà, per nulla toccato dallo spavento. Questa serena calma espressa dalla postura e dal volto di Europa secondo Wattel de-Croizant O. (1995) sarebbe da mettere in relazione con la fortuna che il mito riscosse in ambito privato per augurare una felice vita matrimoniale e una progenie maschile. Riferimenti ad Ovidio si trovano per quanto concerne il particolare del mantello che si gonfia al vento, citazione che si rintraccia anche nei testi di Mosco (Eurfc04), di Luciano (Eurfc13) e di Achille Tazio (Eurfc14). La rappresentazione di Europa sembra, invece, derivare direttamente dal racconto di Achille Tazio in cui compare una dettagliata descrizione dell’abito che coincide perfettamente con quello rappresentato in questo mosaico “[…] Una tunica attorno al tronco della fanciulla fino alle pudende; da qua un mantello velava la parte inferiore del corpo: bianca la tunica, purpurea il mantello. Il corpo traspariva attraverso i vestiti: ombellico profondo, ventre teso, fianco stretto (questa strettezza scendendo verso la vita si allargava), mammelle che sporgevano dolcemente dal petto; e la cintura che raccoglieva la tunica stringeva anche le mammelle, e la tunica risultava specchio del corpo. […] E dalle due braccia, da un lato all'altro pendeva, al di sopra della testa, un velo spiegato tutt'intorno alle spalle; la piega del peplo, gonfia da ogni parte, era tesa (ecco come il pittore rendeva il vento). Ella sedeva sul toro come su di una nave in cammino, servendosi del peplo come vela”. La raffigurazione di Giove-toro rispecchia, al contrario, fedelmente quella che è la descrizione fatta da Ovidio nelle Metamorfosi (Eurfc07):“[…]Il colore è proprio quello della neve… Il collo è rigonfio di muscoli…Le corna, è vero, sono piccolette, ma così ben fatte che potresti sostenere che son fabbricate a mano, e sono più diafane di una gemma pura. Niente di minaccioso nella fronte, e lo sguardo non mette paura. Un muso tutto pace”.

Angela Pilè