
Titolo dell’opera: Ratto di Europa
Autore: anonimo
Datazione: fine I sec. d.C.
Collocazione: Oldenburg, Landesmuseum (proveniente da Palestrina, Tempio della Fortuna)
Committenza:
Tipologia: pittura parietale
Tecnica: mosaico (90 x 90 cm)
Soggetto principale: Giove sottoforma di toro rapisce Europa
Soggetto secondario: le fanciulle di Tiro allarmate dall’accaduto si dirigono verso un uomo barbuto; sulla destra due figure guardano in direzione di Europa
Personaggi: Europa, Giove (sotto forma di toro), Agenore (?), fanciulle di Tiro
Attributi: toro (Giove); toro (Europa)
Contesto: paesaggio marino
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Canciani F., ad vocem “Agenor”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae (Limc), Artemis Verlag, Zurigo-Monaco 1981, I 1 p. 283, 2 p. 209; Wattel-De Croizant O., L’emblema de l’Enlèvement d’Europe, à Préneste (Barberini-Oldenburg) au l’historie d’un mosaique “oublièe” du Temple de la Fortune, MEFRA, vol. 98, 1986, n. 2, pp. 491-564; Wattel-De Croizant O., Les mosaiques representant le mythe d’Europe (I er-VI er siecle): évolution et interprétation des modèles grecs en milieu romain, De Boccard, Paris 1995, pp. 73-83; Il mito di Europa, da fanciulla rapita a continente, catalogo mostra, Firenze Galleria degli Uffizi, 11 giugno 2002- 6 gennaio 2003, Giunti, Firenze 2002, p. 47
Annotazioni redazionali: Il mosaico policromo rivestiva le pareti della fontana del ninfeo dei propilei del Tempio della Fortuna di Palestrina. Tale collocazione sottolineava la forte corrispondenza tra l’architettura monumentale marina e il paesaggio che ospita la scena del ratto. Fu scoperto nel 1676 nella sezione meridionale del santuario, e conservato a Roma presso il Palazzo Barberini alle Quattro Fontane (1691/92-1942/44); dal 1968 il mosaico è conservato nel Landesmuseum di Oldenburg, in Germania. La composizione si divide in due parti sostanziali, separate dalla riva. La scena principale del ratto è rappresentata in basso a sinistra e lievemente in prospettiva. Europa, di spalle all’osservatore, si trova seduta sulla groppa del toro su di un lato come un’amazzone, con una mano si tiene al corno e con l’altra si tira in su la veste per non farla bagnare dal mare, come è perfettamente citato negli Idilli di Mosco del II sec. a.C. (Eurfc04, vv. 152-155). Sulla riva le fanciulle di Tiro, avvertite dal pericolo, gesticolano con grande enfasi mentre si dirigono, come per chiedere consiglio, alla loro destra, verso un uomo barbuto, anziano stante sopra un profilo roccioso che indossa un mantello e presenta nella mano destra un bastone. Canciani (1981) e Wattel-De Croizant (1995) identificano questo personaggio maschile con Agenore, padre di Europa e re della Fenicia, per le caratteristiche della barba, del mantello, del bastone e dell’anzianità, proprie di un re. L’unica fonte antica che, nel raccontare il mito, potrebbe legittimare la presenza di Agenore, è Orazio: nelle sue Odi (Eurfc06, vv.57-76) infatti, è presente un dialogo tra Europa e il padre. Ma è da tenere conto che la figura maschile potrebbe rappresentare anche Mercurio, che nella maggior parte delle fonti, specie nelle “Metamorfosi” di Ovidio (Eurfc07), è travestito da pastore con in mano un bastone ed è l’unica figura maschile presente al momento del ratto. Alcune volte la figura maschile è stata interpretata anche come Giove (comparendo quindi due volte nella scena, sia sottoforma di toro che in forma umana) per il bastone che si riteneva essere uno scettro, o come Cadmo, fratello di Europa. Entrambe le ipotesi però, secondo Wattel-De Croizant (1995), sono improbabili, in quanto secondo il mito, il Dio non riprende forma umana fino al termine del viaggio come citato da Ovidio nei Fasti (Eurfc08, vv. 615-616) e da Luciano nei Dialoghi marini (Eurfc13). Infine, Cadmo non fu presente al rapimento in quanto, secondo Ovidio (Eurfc07) e Igino (Eurfc11), questi fu mandato dal padre Agenore a cercare la sorella a ratto già avvenuto: ciò non legittimerebbe la sua rappresentazione, a meno che il mosaico non raffiguri in senso anacronistico il mito inserendo figure che nell’atto stesso del rapimento non sono presenti.
Daisy Triolo