
Titolo dell’opera: Europa e il toro
Autore: seguace del pittore di Dario (?)
Datazione: 330 a.C.
Collocazione: Città del Vaticano, Museo Gregoriano (provenienza Taranto)
Committenza:
Tipologia: vaso (anfora di tipo panatenaico)
Tecnica: pittura a figure rosse su fondo nero
Soggetto principale: Europa cinge le corna di Zeus (mutato in toro) con un nastro
Soggetto secondario: Afrodite, Zeus ed Hermes assistono alla scena, Eros in volo sopra Europa e il toro, l’ancella a sinistra tira la coda al toro; giovani e donne nella facciata secondaria
Personaggi: Zeus (sotto forma di toro e umana), Europa, Afrodite, Eros, Hermes, ancella, giovani e donne in corteo
Attributi: toro (Europa); scettro, toro (Zeus); ali e tenia (Eros); calzari e caduceo (Hermes)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Trendall A. D., Vasi antichi dipinti del Vaticano. Vasi Apuli da circa il 375 a.C. alla fine del 4 secolo, Città del Vaticano 1955, vol. II, pp. 101-107, 205-208; Trendall A. D., Vasi Italioti ed etruschi a figure rosse e di età ellenistica, Città del Vaticano 1976, pp. 12-13; Cambitoglu A., Trendall A. D., The red-figures vases of Apulia. Late Apulian, Clarendon Press, Oxford1982, pp. 473-474, 522-523; Robertson M., ad vocem “Europe”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis Verlag Zürich und München, Berna 1988 IV, 1, p. 77
Annotazioni redazionali: L’opera, facente parte della collezione del Museo Gregoriano, si inserisce nella serie di anfore monumentali realizzate nel IV sec. a.C. nella zona di Taranto. A causa della vasta produzione di vasi realizzata in questo periodo, è difficile assegnare con certezza la paternità dell’opera. Secondo Trendall è possibile ascrivere l’anfora alla cerchia del pittore di Dario (Trendall, 1955), pittore che opera a Taranto eseguendo numerosi esemplari di grandi dimensioni. La connessione con un seguace del pittore di Dario è stata proposta da Schimdt (Trendall, 1955), in quanto lo stile adottato nella raffigurazione del vaso evidenzia caratteristiche simili a quelle riscontrate in un anfora raffigurante Orfeo tra i Traci della collezione Perrone conservata a Bari. L’anfora, più volte restaurata, ha subito forti rimaneggiamenti nella parte inferiore. Nella scena principale è raffigurato il momento in cui Europa, con peplo e scarpette bianche, si avvicina a Zeus, sotto forma di toro, per porgerli un nastro da attorcigliare sulle corna. Intorno alla scena centrale riconosciamo numerosi personaggi: da sinistra Afrodite che, abbigliata con il peplo, stringe nella mano destra uno specchio poggiandosi con il braccio sinistro su di un piastrino; Zeus, raffigurato sotto forma umana con lo scettro e la corona di fiori, è abbigliato come uno sposo e rivolge lo sguardo verso Europa; al di sopra della scena principale è ben riconoscibile Eros con le ali spiegate, un giglio e una tenia nella mano sinistra, mentre con la destra porge una ghirlanda ad Europa. Il dio dell’amore è abbigliato in modo femmineo, con i capelli legati da uno sphendonae di perle, un ciuffo che gli cade sulla fronte e una collana al collo. Sulla destra un’ancella tira la coda al toro, alzando la mano destra in segno di meraviglia. Infine Hermes, riconoscibile dai calzari, poggia con un piede su una roccia, regge nella mano sinistra il kerykeion e con la destra stringe una ghirlanda di fiori. Come sottolineato da Trendall (1955), gli attributi delle divinità, come la scettro, le ghirlande floreali e lo specchio, sono tutti oggetti che venivano adoperati nei riti funebri in occasione di offerte. Da notare come nelle fasce ornamentali poste al di sotto della scena principale vengano rappresentate varie forme di pesci facilmente riconoscibili, probabile allusione alla fase successiva del mito, quando la fanciulla verrà rapita e portata sul mare in groppa al toro. Nella faccia secondaria del vaso sono raffigurate schiere di fanciulle e giovani assisi e in piedi in una sorta di corteo. Da sottolineare la novità dal punto di vista iconografico del momento raffigurato con Europa che cinge con un nastro le corna di Zeus-toro: la rappresentazione di questo momento del mito infatti non trova riscontri né in altre opere né nelle fonti letterarie precedenti o coeve alla realizzazione dell’anfora, ma verrà ripresa e sviluppata dagli artisti a partire dal XVI secolo (Cfr. scheda opera 38, scheda opera 43 e scheda opera 51).
Gabriella Antonacci