08: Giove e Europa

Titolo: Giove e Europa

Autore:

Datazione: 470-450 a.C.

Collocazione: Parigi, Musée du Louvre, Dipartimento di Antichità greche, etrusche e romane

Committenza:

Tipologia: scultura in terracotta beota

Tecnica: tuttotondo (h. 20,5 cm)

Soggetto principale: Giove ed Europa

Soggetto secondario:

Personaggi: Europa; Giove (sotto forma di toro)

Attributi: toro (Europa); toro (Giove)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagine: http://cartelen.louvre.fr/cartelen/visite?srv=car_not_frame&idNotice=6793

Bibliografia: Seznec J., La sopravvivenza degli antichi dei: saggio sul ruolo della tradizione mitologica nella cultura e nell'arte rinascimentali, Boringhieri, Torino 1980; Robertson M., ad vocem “Europe”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, vol. IV, tomo I, Artemis Verlag, Zurigo 1994, pp. 82-83, cat. n° 114; Cinti D. ad vocem “Europa”, in Dizionario mitologico, Sonzogno, Milano 1994, pp. 120-121; Guthmuller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997; Hall J., ad vocem “Ratto di Europa”, in Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, Longanesi, Milano 2007, p. 348

Annotazioni redazionali: Come già testimoniato da Pausania, il culto di Demetra (detta Europa), nutrice di Eufronio, è tradizione religiosa consolidata in terra beota già da tempi antichissimi. È inoltre noto attraverso Igino che, nel suo peregrinare alla ricerca della sorella, Cadmo fosse giunto appunto in Beozia e che qui abbia fondato Tebe. Non stupisce dunque che già intorno al V sec. e ancor prima (Cfr. scheda opera 01), il mito di Europa rapita da Giove nelle sembianze di toro fosse molto diffuso. L’opera si presenta come una scultura a tuttotondo con superficie grezza e di aspetto arcaico: i tratti dei personaggi appaiono rigidi e descritti in modo approssimativo, tanto da indurre ad ipotizzare che la scarsa cura dell’artista per la rifinitura dell’opera sia da attribuirsi alla destinazione dell’immagine di carattere devozionale. Dal punto di vista iconografico non è possibile riscontrare particolari attributi o riferimenti contestuali che codifichino il mito, ma è evidente che in questo caso il toro possa considerarsi “attributo” della fanciulla e che quindi venga ad identificare il gruppo. Più interessante risulta la figura di Europa, seduta in posizione frontale, ma con la testa e lo sguardo leggermente volti verso destra e in avanti, il viso del tutto inespressivo, le braccia goffamente disposte sul dorso dell’animale e il capelli raccolti sotto un copricapo appuntito, che non verrà mai recuperato nella tradizione successiva e che può invece ricondursi ad un costume locale. Il rapporto dell’opera con le fonti coeve è scarso, infatti sia Esiodo (Eurfc01) che Eschilo (Eurfc02) narrano la vicenda in termini pressoché sommari e vaghi per essere riconducibili ad una particolare descrizione iconografica ed è probabile che l’artista non se ne sia affatto servito.

Nadia De Flaviis