02: Giove e Europa

Titolo dell'opera: Europa sul toro

Autore:

Datazione: 560-555 a.C.

Collocazione: Delfi, Museo Archeologico (proveniente da Delfi, Tesoro dei Sicioni)

Committenza:

Tipologia: scultura

Tecnica: bassorilievo

Soggetto principale: Europa è rapita da Giove trasformato in toro

Soggetto secondario:

Personaggi: Europa, Giove (sotto forma di toro)

Attributi: toro (Europa), toro (Giove)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Le Coste Messeliere P., Au Museé de Delphes: recherches sur quelques monuments archaiques et leur décor sculpté, De Bocard, Parigi 1936, pp. 153-156; Becatti G., L'arte dell'età classica, Sansoni, Firenze 1977, p. 105; Guimond L., ad vocem Europa, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1988, IV, 1, p. 81, n. 77; Capretti E. (a cura di), Il mito di Europa: da fanciulla rapita a continente, Catalogo della Mostra (Firenze 2002-2003), Giunti, Firenze 2002, p. 42

Annotazioni redazionali: Proveniente dal Tesoro dei Sicioni a Delfi e datata alla metà del VI secolo, si tratta di una metopa di reimpiego: in origine, infatti, era posta a fregio di un tempio monoptero, distrutto in un secondo momento per costruire il thesauròs nel santuario di Apollo, dove questa metopa fu reimpiegata assieme ad altre otto. Giovanni Becatti usò tali parole a riguardo di quest'opera: “[...] Lo scultore del Thesauròs dei Sicionii modula con fluidi contorni del marmo, modellando con fine sensibilità la struttura del toro e piegando in dinamiche curve il morbido corpo di Europa [...]” (Becatti, 1977, p. 105). Questa metopa, nella sua morbidezza e plasticità di esecuzione, raffigura la scena del ratto di Europa da parte di Giove seguendo la più antica e diffusa iconografia che vede la principessa con la veste lunga sopra il toro, secondo una scelta iconografica che la accomuna ad altre opere in bassorilievo, quali il frammento di vaso beota della Biblioteca Nazionale di Parigi (Cfr. scheda opera 01) e la metopa di Selinunte (Cfr. scheda opera 03). Il braccio di Europa è steso a toccare il dorso del toro verso la coda, la zampa anteriore del toro ha un accenno di muscolatura, la giogaia, citata in epoca successiva da Ovidio (Eurfc07), è resa con dei fitti solchi. Benché mancante della parte anteriore, il toro sembra aver appena iniziato la sua corsa, vista la posizione piuttosto verticale dell'unica zampa posteriore rimasta. Interessanti risultano gli studi di Le Coste Messeliere (1936) riguardo questa metopa; egli afferma che l'inclinazione di Europa sarebbe dovuta non alla corsa ma al fatto che la testa del toro era di profilo, cosa che le avrebbe permesso di stringere con la mano sinistra il collo del toro, inclinando di conseguenza il busto. Inoltre identifica l'andatura del toro con un trotto a due tempi, con le zampe sul lato sinistro lontane tra loro e quelle del destro vicine; se questa lettura porterebbe ad affermare che il toro si trovi ancora sulla terraferma e non in mare, secondo altri studiosi ci sarebbero tracce di un pesce posto vicino alla coda che fanno invece pensare ad un'ambientazione marina come nella metopa di Selinunte (Cfr. scheda opera 03); tuttavia a differenza di quest'ultima, trovandosi il pesce alle spalle del toro e non tra le zampe, Le Coste Messeliere ha ipotizzato si trattasse dell'arrivo dei due a Creta, oppure fosse un semplice elemento evocativo del mare, aggiungendo il fatto che il nuoto nell'antichità veniva rappresentato con le zampe anteriori piegate, come nella metopa di Selinunte (Cfr. scheda opera 03).

Andrea Rossetti