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GIOVANNI BOCCACCIO, De mulieribus claris, IX

Testo tratto da: http://www.bibliotecaitaliana.it 

IX. De Europa Cretensium regina

Europam arbitrantur quidam filiam fuisse Phenicis; verum longe plures eam Agenoris, Phenicum regis, genitam dicunt; et tam mirabili formositate valuisse, ut amore invise cretensis caperetur Iuppiter. Ad cuius rapinam cum moliretur insidias potens homo, actum volunt, lenocinio verborum cuiusdam, ut ex montibus in litus Phenicum lasciviens virgo armenta patris sequeretur et, exinde rapta confestim atque navi, cuius albus taurus erat insigne, inposita, deferretur in Cretam. Vagari licentia nimia virginibus et aures facile cuiuscunque verbis prebere, minime laudandum reor, cum contigisse sepe legerim his agentibus honestati non num quam notas turpes imprimi, quas etiam perpetue demum castitatis decus abstersisse non potuit. Ex his fabulam, qua legitur Mercurium inpulisse ad litus armenta Phenicum et Iovem in taurum versum natantemque in Cretam Europam virginem asportasse, causam sumpsisse liquido patet. Verum in tempore rapine huius prisci discrepant: nam, qui antiquiorem ponunt, regnante Argis Danao factam volunt; alii, regnante Acrisio; et qui postremi sunt, Pandione rege Atheniensibus imperante: quod magis Minois, filii Europe, temporibus convenire videtur. Hanc aliqui a Iove oppressam simpliciter volunt, et inde Astero Cretensium nupsisse regi, et ex eo Minoem, Radamantum et Sarpedonem filios peperisse, quos plurimi Iovis dicunt fuisse filios, asserentibus non nullis Asterum Iovemque idem. Que disceptatio cum spectet ad alios, claram tanti dei connubio plures Europam volunt affirmantes insuper aliqui, seu quia nobilitatis fuerit egregie — nam Phenices, multis agentibus meritis, suo evo pre ceteris stematibus claruere maiorum — seu divini coniugis veneratione, seu filiorum regum gratia, vel ipsiusmet Europe virtute precipua, ab eius nomine Europam partem orbis tertiam in perpetuum nuncupatam. Quam profecto ego insignem virtutibus mulierem, non solum ex concesso orbi nomine <arbitror>, sed ex spectabili ex ere statua a Pictagora, illustri philosopho, Tarenti Europe dicata nomini.

 

IX. Europa regina dei Cretesi

Credono alcuni che Europa sia stata figlia di Fenice, ma molto più numerosi sono quelli che la dicono figlia di Agenore re di Fenicia. Ella fu di così straordinaria bellezza che Giove cretese se ne innamorò, pure non avendola mai vista. Il potente macchinava insidie per rapirla, e la storia secondo gli autori andò in questo modo. Attratta dalle lusinghe di un ruffiano, la giovinetta sollazzandosi dietro gli armenti del padre, fu portata giù dai monti verso la costa fenicia e di là rapita e trasportata a Creta su di una nave, che aveva per insegna un toro bianco. Deploro che alle fanciulle sia concesso di passeggiare con troppa libertà e di prestare orecchio alle parole di chiunque; perchè spesso ho letto che proprio per queste ragioni, la loro onestà si macchia di colpe vergognose che neppure l'onore di una perpetua castità può più cancellare. Da quanto sopra ho scritto è certamente derivata la favola di Mercurio che spinse al lido gli armenti dei Fenici, e di Giove che, trasformato in toro, trasportò a nuoto la vergine Europa verso Creta. Gli autori antichi però dissentono sul tempo di questo rapimento. Quelli che lo considerano più antico, lo pongono sotto il regno argivo di Danao; altri sotto il regno di Acrisio; altri in tempo più vicino, durante il regno di Pandione, re di Atene: e quest'ultima versione sembra meglio convenire al tempo di Minosse, che fu figlio di Europa. Alcuni poi vogliono che Europa si sia solo congiunta con Giove; e che in seguito, sposato il re Asterio di Creta, ne abbia generati i figli Minosse, Radamanto e Sarpedone. Ma i più dicono che costoro furono figli di Giove, identificando Giove con Astero. La questione non ci riguarda; ma quel cheè certo è che i più vogliono Europa famosa per il matrimonio con sì gran dio. Ed alcuni anzi affermano che dal nome di lei fu per sempre detta Europa la terza parte del mondo. Io ritengo, in ogni modo, che questa donna fu certamente insigne per le sue virtù, non solo per il fatto che una parte del mondo da lei prese il nome, ma anche perchè a Taranto fu dedicata a suo nome una meravigliosa statua di bronzo dall'illustre Pitagora.