34: Callisto

Titolo dell’opera: Diana e Callisto

Autore: Luca Cambiaso

Datazione: 1570 ca. (?)

Collocazione: Torino, Galleria Sabauda

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: svelamento di Callisto

Soggetto secondario:

Personaggi: Callisto, Diana, ninfe, Amorino

Attributi: falce di luna (Diana)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Ratti L.G., Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova. Descrizione delle pitture, sculture e architetture, ecc. che trovansi in alcune città, borghi, castelli delle due riviere dello stato ligure, 2 voll., 1780, p. 297; Delogou G., Centenari. Luca Cambiaso, in "Emporium", 123, 1927; Griseri A., Una traccia per il Cambiaso, in “Paragone”, 75, marzo 1956, anno VII, pp. 18-19; Frabetti G.-Gabbrielli A.M., Luca Cambiaso e la sua fortuna: Genova, palazzo dell’Accademia, Ente manifestazioni genovesi, Genova 1956; Suida Manning B.-Suida W., Luca Cambiaso, la vita e le opere, Editrice Meschina, Milano 1958, p. 150

Annotazioni redazionali: Il dipinto proviene dal Palazzo di Strada Nuova della famiglia Spinola, presso il quale fu visto e descritto dal Ratti. Successivamente passò in deposito a Palazzo Bianchi, come risulta nel catalogo del 1909, infine fu ceduto allo stato nel 1913 dai marchesi Carlo e Bendinelli Spinola, in cambio dell’autorizzazione per la vendita di un dipinto di Rubens. Venne assegnato, in questa occasione, alla Reale Galleria di Torino. L’opera, in un’epoca imprecisata venne ritoccata con l’aggiunta di veli a tempera, che hanno in parte alterato la sua originaria raffigurazione. La tela è stata esposta nella mostra, allestita a Genova nel 1927, in occasione del quarto centenario della nascita di Luca Cambiaso. Di questo dipinto Ratti nel 1780 dice: “Chi vede questo può formarsi una giusta idea del nostro Luca Cambiaso”. Il pittore, infatti, esprime la sua formazione manierista, sia ispirata alla “maniera” romana post-clementina, da lui conosciuta durante un soggiorno romano, sia frutto di aperture al manierismo padano (Parmigianino). In questa opera si esprime l’interesse dell’artista per i personaggi mitologici, che sono molto spesso i protagonisti delle sue composizioni. In questa tela compone una raffinata scena mitologica che raffigura il momento in cui Callisto, costretta a togliersi le vesti per partecipare con le altre ninfe al bagno nel fiume, svela la sua gravidanza. La composizione presenta una situazione più statica nella parte sinistra, in cui la dea Diana, riconoscibile per la falce di luna sui capelli, con uno sguardo stupito, e nel medesimo tempo altero e regale, tende la mano sinistra verso il ventre della fanciulla, quasi ad indicarne la colpa. Accanto alla dea, due ninfe si affacciano dalla tenda che incornicia il fondo, con sguardo interrogativo e stupito. Nella parte destra la scena è più dinamica: Callisto, scoperta nel suo segreto, esprime nel volto il profondo dramma interiore, accentuato dalla torsione del corpo, protetto e sorretto da altre due ninfe. La plasticità del gruppo probabilmente era evidenziata dalla nudità dei corpi, precedente alla copertura con i veli, in quanto meglio si poteva cogliere l’avviluppoe l’intrecciodelle membra. Al limite destro, la figura del piccolo Eros conclude la scena. Egli guarda, invece, Callisto con uno sguardo affettuoso che non esprime condanna, ma partecipazione: la sua figura indica la causa di fondo di tutto l’avvenimento, l’amore di Giove per la giovane ninfa.

                                                                   Giulia Masone