31: Callisto

Titolo dell'opera:  Giove seduce Callisto sotto le spoglie di Diana

Autore:  Battista Zelotti

Datazione: 1565 -1570

Collocazione:  Fanzolo di Vedelago (Tv), Villa Emo, loggia

Committenza:  Leonardo Emo

Tipologia: dipinto murale

Tecnica:  affresco

Soggetto principale:  Giove seduce Callisto sotto le spoglie di Diana

Soggetto secondario: 

Personaggi: Callisto, Diana

Attributi:   faretra, frecce (Callisto); faretra, frecce, aquila, fulmine (Diana/Giove)

Contesto:  scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Bordignon Favero G., La Villa Emo di Fanzolo, in Corpus Palladianum, V, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio, Vicenza 1970; Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 181-183

Annotazioni redazionali: La villa di Fanzolo di Vedelago fu commissionata da Leonardo Emoal Palladio e conclusa nel 1561. Gli affreschi all’interno furono realizzati da Battista Zelotti dopo il 1565, anno del matrimonio del committente con Cornelia Grimani. Per questo motivo sono stati interpretati da alcuni in relazione alle vicende dei due sposi. L’autografia dello Zelotti è attestata dallo stesso Palladio nel suo Trattato. Per quanto riguarda la cronologia, postille manoscritte al Trattato (1561-65 ca.) circoscrivono la sua opera agli anni tra il 1565 ed il 1570. La decorazione della villa è in stretta connessione con i temi della fertilità e degli elementi primigenii, cari a Leonardo Emo che propugnava il ritorno alla salubrità della vita agreste. Nella loggia il mito di Diana e Callisto, raffigurato in due riquadri, è collegato con l’antica magia agreste che riprese vigore proprio a metà del XVI sec. sotto forma dell’eresia dei Benandanti. Si hanno notizie infatti di inquisizioni e condanne a Fanzolo, Asolo e Castelfranco da parte del Sant’Uffizio. A tali processi parteciparono come luogotenenti della signoria veneta Giovanni ed in seguito Leonardo Emo. I Benandanti erano contadini appartenenti ad una setta anabattista di eletti che si opponevano a tutto ciò che ritenevano maligno come i proprietari terrieri e le streghe che distruggevano i campi e che concludevano le loro scorrerie con orge e con un corteo guidato da Diana. La raffigurazione della dea ha quindi valore apotropaico. Il primo riquadro, con Giove che seduce Callisto sotto le spoglie di Diana, rappresenta il colloquio tra il dio, che ancora non ha manifestato le sue vere intenzioni intuibili dal gesto delle mani, e la ninfa. A spiegare la scena un duplice riferimento a Giove tramite la presenza dell’aquila con il fulmine, attributo del dio, nel becco.

                                              Silvia Trisciuzzi