
Titolo dell'opera: Callisto mutata in orsa
Autore: Anton Maria Viani
Datazione: 1595-1612
Collocazione: Mantova, Palazzo ducale, Galleria del Passerino
Committenza: Vincenzo I Gonzaga
Tipologia: dipinto murale
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Arcade adulto sta per uccidere Callisto
Soggetto secondario: trasformazione di Callisto in costellazione per volontà di Giove
Personaggi: Orsa, Arcade, Giove
Attributi: orsa (Callisto); arco, frecce (Arcade); aquila (Giove)
Contesto: scena all’aperto; in secondo piano gli astri
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Franchini D.A., Margonari R., Olmi G., Zanca A., Tellini Perina C., La scienza a corte. Collezionismo eclettico, natura e immagine a Mantova tra Rinascimento e Manierismo, Bulzoni, Roma 1979, pp. 152-177; Fiorini Galassi M.G., Le Metamorfosi della Galleria di Passerino nel Palazzo Ducale di Mantova, in “Civiltà Mantovana”, 6, 1985, pp. 67-85; Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos Roma 2003, pp.226-227.
Annotazioni redazionali: La Galleria del Passerino, così chiamata per la presenza del corpo imbalsamato di Passerino Bonaccolsi, fu realizzata per volere di Vincenzo I Gonzaga nel Palazzo Ducale di Mantova. L’incarico fu affidato all’architetto e pittore Anton Maria Viani che concluse la decorazione nel 1612. Inizialmente si trattava di un ambiente unico destinato a custodire la biblioteca ducale. In seguito si operò la suddivisione in quattro stanze degli “alimenti”, attestata da un inventario del 1665 che fornisce quindi il termine ante quem della trasformazione. Nei nuovi ambienti venne allestito il museo naturalistico voluto da Ferdinando II Gonzaga. Essi furono decorati con favole mitologiche tratte dalle Metamorfosi di Ovidio la cui scelta non rispecchia solamente la moda dell’epoca, ma anche un preciso programma culturale. Le immagini metamorfiche erano infatti strettamente connesse con gli oggetti esposti ed insieme creavano una sorta di “Paradiso Terrestre” che illustrava il mondo reale ed il fantastico, come si evince da una lettera del 5 febbraio 1621 inviata da Venezia da un certo Simon Gruato al duca in cui è presente un cenno preciso alle collezioni. Fiorini (1985) vi legge anche il segno di un profondo cambiamento culturale e politico. Tranne la prima stanza, in cui erano esposti oggetti pietrificati, priva di affreschi, le altre tre stanze sono affrescate sulle volte con scene mitologiche che sembrerebbero seguire l’ordine interno delle Metamorfosi la cui iconografia è riconducibile alla tradizione incisoria, in particolar modo ad Antonio Tempesta, Goltzius e Crispin de Passe. Probabilmente il nome delle stanze deriva dai quattro elementi primordiali ed è connesso con la raffigurazione centrale di cui è superstite la sola Apoteosi di Ercole nella quarta stanza. Nella seconda stanza, in cui erano esposti coralli, conchiglie e meraviglie marine, si trova il mito di Callisto. L’iconografia della scena è tratta da un’incisione di Crispijn de Passe ed è molto vicina a quella incisa dal Salomon (cfr. scheda opera 29) nell’edizione di Lione del 1557. Viene raffigurato il momento in cui Arcade sta per uccidere la madre mutata in Orsa. Sullo sfondo i due vengono accolti nel firmamento da Giove, caratterizzato dagli attributi tipici: l’aquila ed il fulmine.
Silvia Trisciuzzi