
Titolo dell’opera: Callisto trasformata in orsa
Autore: anonimo
Datazione: 370 a.C. ca.
Collocazione: Malibu, Getty Museum
Committenza:
Tipologia: oinochoe apulo
Tecnica: ceramica a figure rosse
Soggetto principale: Callisto tramutata in orsa
Soggetto secondario: Mercurio salva Arcade
Personaggi: Callisto, Mercurio, Arcade
Attributi: zampe, peli (Callisto)
Contesto: paesaggio boschivo
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Trendall A. D., Callisto in Apulian Vase-Painting, in Antike Kunst, Jahrgang 1977, pp. 99-101; Trendall A.D.-Cambitoglou A., The red-figured vases of Apulia, Clarendon press, Oxford 1978, vol. I, pp. 165-166; Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis,Zurigo-Monaco 1986, V, 1, sub voce "Kallisto", pp. 941-942, cat. n. 6
Annotazioni redazionali: Il vaso rappresenta Callisto seduta su una pelle distesa sopra una roccia. Su questa crescono piante ed alberi. La ninfa è raffigurata da destra, di tre-quarti, ed indossa un chitone corto, sceso sulla spalla destra, un mantello sulle gambe e degli stivali. La giovane è colta nel momento in cui viene trasformata in orsa, infatti le sue mani sono diventate delle zampe, la sua pelle è pelosa e le orecchie appuntite. L’espressione del volto denota il dramma interiore: la testa sta assumendo un aspetto animalesco, accentuato dalla stessa posizione, chinata verso terra. Le lance presenti alla sua sinistra stanno ad indicare il pericolo incombente presentato dai cacciatori e rimandano a quello che sarà la sua storia futura con il figlio Arcade. Questi è raffigurato alla sua destra salvato da Mercurio.
Giulia Masone