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Giovanni Bonsignori, Ovidio Metamorphoseos vulgare

 

Fabula de Calisto e de Giove. Capitulo XI

 

Andando Giove così provedendo el mondo, come ditto è di sopra,

andò per Arcadia, la qual provincia è dedicata e data alla dea Diana,

e così provedendo in quelle parti guardò e vidde una donna chiamata

Calisto e, sì come la vidde, fu di lei innamorato. Ed ella andava con

L’arco e colle saette, perciò che era nonfa, evedendo ella Giove, puse

L’arco e le saette su in uno bello cespullo d’arbore.

 

 

Come Giove, trasformato in Diana, prese amore de Calisto. Capitulo XII

 

Giove, vedendola, prese forma della dea Diana ed andò a Calisto

E salutatola, e disse quelle parole che usava de dire Diana alle ninfe; allora

se levò su Calisto e disse: “Ben sia venuta Diana, magiur de Giove”.

Allora Giove andò a llei e basciòla, ma come Calisto sentì che’l bascio

Era umano e non femenile, fu spaventata; ma. Perché non potea contra

Giove, Giove prese de lei diletto carnale sforzandola e, stato um poco,

se partì ed andòin cielo acciò che Iuno, sua moglie, nollo vedesse; ma

Iuno di tutto ciò s’avide.

 

 

Come Diana conobbe Calisto gravida. Capitulo XIII

 

Calisto, essendo così isforzata da Giove, lassò stare l’arco ed el

Tracassio, perciò che per malanconia se’l discordò, e partìse della

Selva, e così partendose scontrò Diana. Quando Diana la vidde, sì la

Chiamò, ed ella, udendose chiamare, per lui ’nganno ch’avea receuto,

temette che non fosse Giove, da cui era stata ingannata, ed incominciò

a fuggire. Ma com’ella vidde che Diana era seguitata dalle ninfe, la

conobbe e subito andò a gliei con li occhi bassi e molto vergognosa;

e così andando asieme gionsero ad una fonte, nella qual fonte commandò

Diana che tutte se lavasseno. Calisto, temendo, non se voleva spogliare,

ma finalmente fu dalle nnfe per forza spogliata, ed essendo così spogliata

nuda, conovero ch’ella era gravida e giaciuta con l’uomo perciò che

’l ventre era già pieno, onde la dea Giana molto la svergognò e

commandòli ch’ella se partisse dalla sua compagnia. De ciò Calisto era

molto afflitta e non sapea che se fare nè dove andare, e pregava li dei

che fossero scorta al suo viaggio, e partìse da Diana.

 

 

Come Calisto se partì da Diana e fu convartita in orsa. Capitulo XIV

 

Calisto se partì e, andando sola per la selva, in capo de nove mesi

Parturì uno figliuolo, el quale fu chiamato Arcade. Giuno, moglie de

Giove, ciò vedendo ch’ella avea parturito el figliuolo, fu molto più

Indignata, onde scese a terra e presela per li capelli e forte la battè. Calisto

Stendea le braccia umilmente, ma Giuno subito la convertì in orsa, ed

El suo parlare li tolse, acciò che lei non piacesse più ad altrui né più

Potesse con sue parole losengare. Nondimeno la sua mente li rimase

D’ogni conoscimento, e questa è la cagione che l’orsa sempre mugia

Piangendo, perciò che se recorda che già fu femina, e perciò leva l’orsa

El capo verso el cielo perché anche tiene la vestigia umana. E così,

essendo fatta orsa, non ardisse tornare verso casa per paura dei

cani, ma andò alla selva e lì stava, nondemeno temea gli altri orsi, avenga

che Licaon, suo padre, fosse lupo. Ma come andava per la selva, ecco

el suo figliuolo, ch’era già fatto de XV anni, ed andava cacciando con

li cani, se scuntrò nella madre sua, cioè in Calisto, ma non la conoscea,

benché la madre, così fatta orsa, conoscea el suo figliuolo ed andava verso

lui, e con cenni el losengava. Ma el figliuolo, ciò vedendo, cominciò forte

a temere e così prese l’arco e le saette e voleva saettare la madre, credenso

che fosse orsa, non sapendo lu sdegno receuto da Giuno.

 

 

Come Arcade deventò orso e come Calisto ed Arcade fuoruno mutati in stelle. Capitulo XV

 

Allora Giove, vedendo che Arcade voleva saettare la madre, ebbe

pietà de Calisto, onde anche convertì Arcade in un orso simelmente,

sì come era la madre, e l’uno e l’altro de loro prese e portolli in cielo,

onde fu poi chiamato l’Orsa Minore. Costoro furono convertiti in stelle, le quali

a perpetua mamoria fuoro collocate nel cielo. Sapendo questo Giuno

andò al mare Occeano e narrò a Teti ed agli altri dii marini delle

condizioni de queste stelle, e pregò li ditti dii che non le lassasse mai

bagnare in mare, perchè erano state svergognate e mutate in stelle; e

questa è la cagione che quelle stelle non tramontano sì come fanno l’altre

stelle. Ma come Occeano e Teti promisero a Giuno, così subito Giuno

salìe in cielo portata dalli paoni soi ucelli, li quali sono dipinti con gli

occhi d’Argo, sì come nel primo libro se narra, le quali penne fuoro

così novellamente depente, sì come el corbo, el quale da prima era bianco

e poi deventò nero.

 

Allegoria e quarta trasmutazione de Calisto ed Arcade convertiti in orsi ed in stelle. Segnata per D

 

La quarta allegoria è de Calisto ed Arcade convertiti in orsi, la cui

Allegoria è istoriografa. Onde dovemo sapere che Giove, figliuolo de

Saturno, fu re de l’isola de Creti, el quale re fu innamorato d’una donna

Chiamata Calisto la quale era vergene, e con li soi sottili ingegni sì la

Violò, de che dice Ovidio ch’ella fu fatta orsa, e questo non importa

Altro se non, poi che la donna è data a corruzione, è fatta come orsa,

la quale per li filosofi è affigurata ed appropriata alla corruzione. Calisto

ingravidò de Giove e fece uno figliuolo, el quale fu chiamato Arcade

perchpè fu nutrito in Arcadia. Ed avendo XV anni, elli fu rampognato

e dittoli ch’elli era filiuolo d’una meretrice, per la qual cosa elli, tornato

in Creti, volse uccidere Giove, suo padre; per la qual cosa l’onnipotente

Dio el punì, che ll’uccise de subitana morte, perciò che niuno figliuolo

De’ uccidere ed offendere el padre, e per lu peccato della madre ed

Anco per quello che volse fare. Li filosofi pusero i nomi loro in quelle

Stelle a terrore delle donne e delle gioveni, e per lo nome della madre

Porta el figliuolo quel medesimo nome, e pusero li nomi loro in quelle

Stelle, le quali non tramontano come l’altre, per più loro dispregio.

Che Iuno commandasse alli dii marini che non li lassassero entrare in

Mare, ciò non importa altro che le ditte stelle non danno alli marinari

Alcuno segno ne’ loro andamenti.