05: Apollo e Coronide

Titolo dell’opera: Apollo, Coronide e Esculapio

Autore: Giovanni Antonio Rusconi

Datazione: 1553

Collocazione: Le Trasformationi di m. Lodovico Dolce di novo ristampate e da lui ricorrette et in diversi luoghi ampliate con la tavola delle favole, In Venetia, appresso Gabriel Giolito dè Ferrari, 1553, n. 14

Committenza: Gabriel Giolito de’ Ferrari

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Apollo trafigge Coronide

Soggetto secondario: Apollo affida Esculapio a Chirone

Personaggi: Apollo, Coronide, Esculapio bambino, Chirone

Attributi: arco, frecce, faretra (Apollo)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Bodo Guthmüller, Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni Editore, Roma 1997

Annotazioni redazionali: Nel 1553 Gabriel Giolito, uno dei grandi editori veneziani, pubblicò una traduzione di Lodovico Dolce delle Metamorfosi che si basava direttamente sull’originale ovidiano. Per ornare l’opera furono realizzate una serie di illustrazioni ad opera di Rusconi e nella seconda edizione dell’opera, realizzata sempre nel 1553 a causa delle aspre critiche mosse da Girolamo Ruscelli per gli errori nel testo, furono aggiunte nuove incisioni fra cui questa di Apollo e Coronide. È da notare che esiste una certa discrepanza fra il testo letterario e le raffigurazioni di Rusconi, dovuta probabilmente al fatto che l’incisore lavorò sulle immagini prima che venisse redatto il testo di Dolce, dovendosi perciò basare su traduzioni precedenti come quelle di Monsignori (Corfm11) e Agostini (Corfr02). Alcune illustrazioni della serie rappresentano contemporaneamente più momenti del mito: in questo caso sono raffigurati sia la morte di Coronide per mano di Apollo, che l’affidamento del neonato Esculapio al centauro Chirone. Sebbene tutti i testi di possibile ispirazione per Rusconi ne parlino, l’incisore non inserisce nemmeno un accenno al corvo traditore. Va fatto notare che nel testo di Niccolò degli Agostini il corvo è identificato come un servitore umano e un’intera parte del testo è dedicata alla nascita di Esculapio: è probabile che Rusconi, avendo usato come riferimento questo testo piuttosto che quello di Dolce, si sia concentrato maggiormente sulla vicenda della nascita piuttosto che su quella della punizione.

Agnese Altana