Titolo dell'opera: L'allattamento di Ercole
Autore: Jean Louis Delignon (Parigi 1755 - ivi 1804)
Datazione: 1786
Collocazione: Galerie du Palais Royal, Volume di stampe del Cabinet del Duca del Duca d'Orleans. F. N. 52534 vol I
Committenza:
Tipologia: incisione
Tecnica: acquaforte e bulino, 418 x 294 cm
Soggetto principale: Ercole allattato da Giunone sotto lo sguardo di Atena sotto lo sguardo di Giove
Soggetto secondario:
Personaggi: Atene, Giunone, Ercole bambino, ninfe e satiri, putti
Attributi: pavone (Giunone); elmo, scudo con medusa (Atena); orecchie e corna caprine (satiro)
Contesto: bosco
Precedenti: Giulio Romano, L'allattamento di Ercole.
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Massari S., Giulio Romano. Pinxit et delineavit, Fratelli Palombi Editori, Roma 1993, p. 325; Donnand L., Les Amours des Dieux, J. Lemarchand, Parigi 1977
Annotazioni redazionali: In basso a sinistra: peint par Jules Romain. Al centro: dessinné par Borel. A destra gravè par Delignon. La stampa incisa Delignon fa parte della Falerie du Palais Royal (I, 1786 tav. 25) e riproduce in controparte il dipinto di Giulio intitolato L'allattamento di Ercole, già nella Collezione Shapiro di Londra. Il quadro è ricordato nell'inventario Gonzaga del 1627 e nella Corrispondenza del Mercante fiammingo Nys che l'aveva visto nella Cappella dell'Angelo custode nel Palazzo Ducale di Mantova lo descrive come una donna che allatta un bambino. Il dipinto doveva far parte di un ciclo di quadri eseguiti da Giulio sotto la guida di un mitografo rinascimentale (Shearman 1983, pp. 129 - 131 serie di 16 dipinti di dimensioni piuttosto simili, databili tra il 1530 - 40). Il mito secondo Diodoro Siculo narra come il piccolo Ercole figlio di Giove e Alcmena concepito dal dio che aveva assunto le sembianze di Anfitrione, fosse stato abbandonato in un campo fuori dalle mura di Tebe, dalla madre che temeva la gelosia di Giunone. passando di là, Mercurio su istigazione di Giove convinse l'ignara Giunone a prendersi cura del bimbo ed ad allattarlo. Il neonato si aggrappò al seno con tanta forza da far gridare Giunone, ma grazie al latte di Giunone Ercole divenne immortale. la presenza di putti aggrappati al tronco di un albero e di un satiro che assiste alla scena assieme ad una ninfa, sono probabili riprese da sculture antiche un tempo presenti nella Collezione Gonzaga, opere che Giulio Romano aveva visto dal vivo. La storiografia risalente al d'Arco parla generalmente di una ninfa riprendendo la discendenza settecentesca della stampa, mentre è Giunone per la parte importante che ha nel mito (nascita della Via Lattea) e la presenza del pavone a lei sacro.
Giovanna La Padula