
Titolo dell'opera: La nascita della Via Lattea
Autore: Iacopo Robusti detto Tintoretto(1518-1594)
Datazione: 1578-80
Collocazione: Londra, The National Gallery, n° 1313
Committenza: Rodollfo II
Tipologia: dipinto
Tecnica: tempera su tela, 148x165 cm
Soggetto principale: Giove poggia Ercole sul petto di Hera affinché lo allatti. La dea ha il braccio alzato in atteggiamento stizzito, dal seno fuoriescono delle gocce di latte, in alto si vedono le stelle che formano la via lattea
Soggetto secondario:
Personaggi: Ercole bambino, Giove, Giunone, puttini alati
Attributi: pavoni (Giunone); aquila con folgori tra gli artigli (Giove); frecce e arco, ali (puttini)
Contesto: letto a baldacchino sull'Olimpo
Precedenti:
Derivazioni: Domenico Tintoretto, L'origine della via lattea (Cfr. scheda opera 13); Jacob Hoefnagel, L'origine della via lattea (Cfr. scheda opera 14); P.R. de Launay, L'origine della via lattea (Cfr. scheda opera 18)
Immagini: http://www.nationalgallery.org.uk/
Bibliografia: Mandowsky E., The origin of the Milk Way in the National Gallery. in "The Burlingthon Magazine for coinnosseurs", 72, 1938; Cook A.B., Zeus, University Press, Cambridge 1940, vol. III, pp. 506-524; Tietze H., Tintoretto, Phaidon, Londra 1948, pag. 352, n. 148; Gould C., The sixteenth century venetian school, Londra 1959, pag. 89 -91; Garas C., Le Tableaux du Tintorett du Musees de Budapest, in "Bullettin du musees Hongrois des Beaux- Arts", 30, 1967, pp. 29-48; Gould C., An X-Ray of Tintoretto's Milky Way, in "Arte Veneta", XXXII, 1978, pp. 211-213; Van de Wall H., Iconoclass, An Iconographic Classificatio System, North Holland Pubblishing Company, Amsterdam-Oxford-New York 1980, pp. 185-186; Davidson Reed J., The Oxford guide to classical mythological in the arts.1300-1990, Oxford University Press, New York-Oxford 1993, vol. I
Annotazioni redazionali: l'Origine della Via Lattea fa parte di una serie di quattro dipinti descritti dal Ridolfi: Per Rodolfo II Imperatore dipinse quattro quadri di favole per le sue stanze con figure a par del vivo. Le Muse in uno, che ridotte in un giardino formano un concerto di Musica con vari strumenti. Giove che reca al seno di Giunone Bacco fanciullo, nato di Semele. Il terzo era di Sileno entrato al buio nel letto di Hercole, credendosi goder di Jole, et Hercole medesimo nel quarto, che mira in ispecchio adornato di lascive femminili dall'istessa Jole. Due delle tele sono senz'altro identificabili con l'Origine della Via Lattea della National Gallery di Londra ed Ercole scaccia il fauno dal letto di Onfale di Budapest, per le altre due l'identificazione crea maggiori problemi. Secondo la Garas che ha ricostruito le vicende dei quattro dipinti tramite fra l'imperatore e l'artista fu forse Ottavio Strada che avrebbe suggerito i soggetti dei quattro dipinti tratti da Dell'Hercole di Gregorio Gyraldi pubblicato a Modena nel 1557. In effetti lo Strada, del quale il Tintoretto dipinse il ritratto fu uno dei più influenti consiglieri artistici di Rodolfo II. L'esecuzione del ciclo può essere fissata nella prima metà del nono decennio. Il pittore dipinge il momento in cui Giunone è svegliata dal dolore provocatogli dal piccolo Ercole che ha poppato troppo avidamente. Nell'atto di staccare Ercole dal seno alcune gocce di latte si spargono nel cielo, in alto si nota un gruppo di stelle circolari la via lattea. La tradizione testuale parte da Eratostene (sec. III a.C.) il quale afferma anche che essa è la condizione " per dare onori divini ai figli di Giove". Successivamente Manilio nel sec. I a.C. e Igino nel sec. II d.C. riportano questo mito. Ovidio invece non narra della formazione della Via Lattea, si limita a definirla la strada percorsa dagli dei per raggiungere la dimora di Giove. Nei testi rinascimentali, ritroviamo tale tradizione in Cartari, Giraldi Cinzio e Giraldi Lilio Gregorio, Conti. Zeus per rendere immortale Ercole figlio per metà mortale lo fece allattare da Giunone mentr'ella dormiva. Svegliatasi per il dolore provocatogli da Ercole scaccia il bambino e dal latte fuoriuscito si creerà nel cielo la via lattea. Un seconda leggenda raccontata da uno scrittore bizantino nel testo Geoponica, a proposito della storia del giglio, narra che dalle gocce cadute sulla terra nacque il giglio e che da allora esso divenne la pianta sacra a Giunone. Questo testo venne stampato nel 1539 a Venezia. Anche Cartari riporta la medesima storia con una sola variante, i gigli furono "tinti" di bianco e poi sono "nati sempre bianchi". Erna Mandowsky parte dal Geoponica per affermare che il dipinto di Tintoretto è incompleto, manca la parte riguardante la storia del giglio. Ed il fatto che il putto sull'estremità è stato tagliato suggerisce che il dipinto sia solo un frammento, questa supposizione è confermata da due disegni. Uno di Hoefnagel (Cfr. scheda opera 14), pittore che lavorò alla corte di Rodolfo II tra il 1602 e il 1612, l'altro di Domenico Tintoretto(Cfr. scheda opera 13). In entrambi la parte superiore è identica a quella del dipinto della National Gallery. Inoltre Tommaso Rangoni, probabile consigliere, potrebbe averlo istruito sul mito, nella sua medaglia (Cfr. scheda opera 08) appare Ercole bambino trasportato da un'aquila sul petto di Giunone, in basso compaiono delle stelle in circolo e un gruppo di gigli.
Giovanna La Padula