59: Prometeo

Titolo dell'opera:   

Autore: anonimo incisore, daHendrick Goltzius

Datazione: 1589

Collocazione:   

Committenza: 

Tipologia: incisione

Tecnica: 

Soggetto principale: Prometeo anima il primo uomo

Soggetto secondario: Prometeo ruba il fuoco celeste con l’aiuto della dea Minerva

Personaggi: Prometeo, Minerva, Apollo

Attributi: barba, torcia accesa, uomo, (Prometeo); elmo, lancia, scudo (Minerva); carro del Sole (Apollo)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Reznicek E. K. J., Die Zeichnungen von Hendrick Goltzius, Haentjens Dekker & Gumbert, Utrecht 1961, pp. 290-291; Strauss W., a cura di, The Illustrated Bartsch, 3 , Hendrik Goltzius,New York 1980,p. 354, n. 32

Annotazioni redazionali: L’incisione, datata al 1589 e realizzata da un anonimo incisore su disegno di Goltzius, fa parte di una serie di 300 incisioni, di cui ne furono pubblicate solamente 52, su soggetti mitologici tratti dalle Metamorfosi ovidiane, testo al quale l’incisore olandese si interessò a partire dal 1589. Le incisioni mitologiche di Goltzius concludono il processo di predominanza dell’immagine  sul testo, come si vede dalla presenza di due soli distici posti in calce, che avvenne attraverso le varie edizioni, commentate e volgarizzate,  del testo ovidiano. Al centro della scena si vede Prometeo, barbuto e panneggiato, mentre avvicina una fiaccola accesa al petto dell’uomo da lui plasmato, il quale, a differenza delle illustrazioni del mito della tradizione ovidiana come quelle che illustrano Bonsignori (Cfr. scheda opera 26), Regio (Cfr. scheda opera 28) e Dolce (Cfr. scheda opera 45), è rappresentato in piedi in una posa rilassata che evidenzia la muscolatura definita del corpo e non rigidamente accostato ad una roccia. I due personaggi sono collocati in un vasto paesaggio popolato da piante e da animali selvatici e domestici, rappresentati con estrema naturalezza. La particolarità dell’incisione è data dallo sfondo in cui si vedono due personaggi di piccole dimensioni, riconoscibili come Prometeo e Minerva. La dea è connotata dai tradizionali attributi di elmo, lancia e scudo e sta accompagnando Prometeo nell’Olimpo per aiutarlo a perfezionare la sua creazione, quell’uomo così meraviglioso, ma ancora privo di vita. Il Titano infatti è rappresentato con in mano una fiaccola spenta diretta verso le ruote del carro del Sole, guidato da Apollo, da cui preleverà il fuoco celeste, origine dell’anima immortale che viene infusa nell’uomo al centro della scena. La fonte testuale dell’immagine di Goltzius non sono le Metamorfosi di Ovidio (Promfc21), in cui si parla della plasmazione dell’uomo per mezzo di terra impastata ad acqua piovana, ma deriva dalla tradizione iniziata dai mitografi tardo-classici, come Servio (Promfc44) e Fulgenzio (Promfm01), fino ad arrivare a Cartari (Promfr15). Anche l’iconografia della scena è di derivazione medioevale e può essere accostata a diverse miniature contenute in codici dell’Ovide moralisé, nelle quali Prometeo è interpretato come una prefigurazione pagana di Dio Padre, tanto che racconto biblico e racconto mitico sono accostati nella stessa scena (Cfr. scheda opera 19 e scheda opera 20). La presenza degli animali, riscontrabile anche nelle miniature appena citate, è comune alle incisioni di Salomon (Cfr. scheda opera 48), Solis (Cfr. scheda opera 52) e van der Borcht (Cfr. scheda opera 60), nelle quali però l’iconografia deriva direttamente da quella della creazione di Adamo e non è presente la torcia accesa, attributo tradizionale di Prometeo.

Silvia Trisciuzzi