48: Prometeo

Titolo dell'opera: La creacion de l’Homme

Autore: Bernard Salomon

Datazione: 1557

Collocazione: Bernard Salomon, La Metamorphose d’Ovide figurée, Lione 1557

Committenza: 

Tipologia: illustrazione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Prometeo crea il primo uomo

Soggetto secondario: 

Personaggi: Prometeo

Attributi: uomo, barba lunga (Prometeo)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni: Virgil Solis, Tetrastica in Ovidii Metamor. lib. XV quibus accesserunt Vergilij Solis figurae elegantiss., Francoforte, 1563

Immagini:

Bibliografia: Raggio O., The Myth of Prometheus. Its survival and metamorphoses up to the eighteenth century, in “Journal of the Warburg and Courtauld Institutes”, 21, 1958, p. 50; Guthmüller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, pp. 213-218

Annotazioni redazionali: Le incisioni di Bernard Salomon compongono il corredo illustrativo de La Métamorphose d’Ovide figurée, stampata a Lione nel 1557, e costituiscono un modello imprescindibile per le illustrazioni ovidiane successive. Inoltre le stesse xilografie, salvo qualche eccezione, illustrano anche il Metamorfoseo d’Ovidio, figurato e abbreviato in forma d’Epigrammi di Gabriello Symeoni, stampato a Lione nel 1559. L’opera di Salomon, il cui titolo richiama la Picta Poesis di Aneau (1552), presenta la tipica tripartizione degli emblemi in inscriptio (breve descrizione del soggetto), pictura e subscriptio (epigramma a commento), ciascuno racchiuso ed evidenziato da una ricca cornice ornamentale, ma non condivide la lettura allegorica del mito propria della tradizione emblematica. La xilografia, intitolata La creacion de l’Homme, identica in Salomon e Symeoni, raffigura Prometeo, caratterizzato da una lunga barba e da una corona, chino sul primo uomo, disteso nudo a terra, al quale tiene una mano, mentre accosta un dito ad una spalla. Nelle Metamorfosi ovidiane (Promfc21) è descritta la creazione dell’uomo ad immagine degli dèi, operata da Prometeo impastando acqua piovana e terra, la quale conserva qualcosa di divino poiché da poco separata dall’etere. Questo “germe di cielo”  fa sì che l’uomo sia l’unico essere creato ad avere il volto rivolto verso il cielo, una chiara allusione alle sue facoltà razionali, in opposizione alle bestie che sono costrette per la loro postura a rivolgersi verso terra. L’iconografia dell’incisione è chiaramente derivata dal racconto biblico della creazione con il quale il mito prometeico presenta delle stringenti analogie, sottolineate soprattutto dal pensiero medioevale. La  presenza di piante e di numerosi animali di specie diverse sullo sfondo, tra cui si trova anche un fantastico unicorno, allude proprio alle diverse creature nate nei sei giorni della creazione divina e, insieme alla connotazione regale di Prometeo, si ritrovano in diverse miniature medioevali che illustrano il mito all’interno di un contesto di creazione biblica in cui compare anche Dio Padre, come si può vedere in alcuni codici contenenti l’Ovide moralisé (Cfr. scheda opera 19 e scheda opera 20). L’affinità tra il racconto biblico e quello mitico ha segnato la tradizione figurativa di questo momento del mito, tanto che per la xilografia in questione la Raggio (1958) parla di un significativo adattamento della Creazione di Adamo di Michelangelo.

Silvia Trisciuzzi