45: Prometeo

Titolo dell'opera:   

Autore: Giovanni Antonio Rusconi

Datazione: 1553

Collocazione: Le trasformationi di m. Lodovico Dolce di novo ristampate e da lui ricorrette et in diversi luoghi ampliate con la tavola delle favole, In Venetia, appresso Gabriel Giolito dè Ferrari, 1553

Committenza: 

Tipologia: illustrazione

Tecnica: incisione xilografica

Soggetto principale: Prometeo crea il primo uomo

Soggetto secondario: L’età del ferro

Personaggi: Prometeo, uomini

Attributi: barba, uomo (Prometeo); armi, nave, aratro (uomini)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Guthmüller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, pp. 251-274

Annotazioni redazionali: Le Trasformationi di Lodovico Dolce,  pubblicate a Venezia nel 1553, costituiscono una libera traduzione in versi delle Metamorfosi ovidiane, sebbene il rapporto con la fonte latina sia mediato attraverso i volgarizzamenti di Giovanni Bonsignori (Promfm15) e di Niccolò degli Agostini (Promfr08). Tali testi inoltre informano il corredo illustrativo, opera di Giovanni Antonio Rusconi, non solo per quanto riguarda la composizione delle scene, spesso debitrice delle illustrazioni precedenti, ma anche come fonti testuali di riferimento, dato che il testo di Dolce non era ancora completato durante la realizzazione delle incisioni. Il poeta infatti, a seguito di pesanti critiche da parte di Girolamo Ruscelli, stava sottoponendo l’opera ad una profonda revisione. La xilografia mostra sulla destra della scena Prometeo, caratterizzato da barba e capigliatura lunghe, nell’atto di plasmare il primo uomo da un cumulo di terra; la figura umana sembra emergere lentamente dall’argilla, mentre il Titano, che ha completato la sua creazione fino al torso, perfeziona il centro della sua opera, il volto, caratterizzato dagli occhi ancora chiusi nel sonno dell’incoscienza. L’iconografia richiama lontanamente la decorazione di alcune gemme italiche ed etrusche in cui Prometeo realizza il busto del primo uomo, sebbene in queste il torso sia sospeso ed il Titano sia colto nell’atto di misurare la lunghezza degli arti appena realizzati (Cfr. scheda opera 08). Nell’incisione la creazione dell’uomo, inizio della storia dell’umanità, è rappresentata nel contesto dell’ultima età del mondo, la più dura: l’età del ferro, caratterizzata dalla separazione dei terreni degli uomini costretti a lavorare la terra, dalle navi che solcano i mari, ma soprattutto dalla presenza della guerra a seguito della scoperta del ferro, particolari che la xilografia mutua fedelmente dal testo ovidiano (Promfc21), anche se la composizione risente in maniera significativa delle incisioni che corredano il testo di Giovanni Bonsignori (Cfr. scheda opera 26) e quello di Raffaello Regio (Cfr. scheda opera 28).

Silvia Trisciuzzi