Titolo dell'opera:
Autore: Cristoforo Gherardi, detto il Doceno
Datazione: 1540
Collocazione: San Giustino, Castello Bufalini, Sala di Prometeo, volta
Committenza: Giulio Bufalini
Tipologia: dipinto murale
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Prometeo ruba il fuoco celeste con l’aiuto di Minerva
Soggetto secondario:
Personaggi: Prometeo, Minerva, Apollo, Amorini
Attributi: nudità, torcia accesa (Prometeo); elmo, lancia, scudo, ramo di olivo (Minerva); carro del Sole (Apollo)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Ronen A., Un ciclo inedito di affreschi di Cristoforo Gherardi a San Giustino, in “Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz”, 13, 1968, pp. 367-380; De Romanis A., San Giustino – Castello Bufalini, in Cieri Via C., L’arte delle metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 326-329
Annotazioni redazionali: Nel pennacchio della sala di Prometeo di Castello Bufalini (Cfr. scheda opera 39) è raffigurato il momento dell’invio di Pandora, la prima donna creata da Vulcano ed ornata dei doni di tutti gli dèi, al fratello stolto di Epimeteo affinché la accogliesse nella propria casa con un’iconografia che allude, secondo Ronen (1968), all’affresco raffigurante Psiche condotta da Mercurio nella Loggia di Psiche alla Farnesina. Pandora, riconoscibile attraverso il tradizionale vaso, privo però di coperchio, contenente i mali, ma anche la speranza, è nuda e calza degli schinieri a forma di testa grottesca; è accompagnata da Mercurio per volere di Giove che desiderava così punire l’umanità e Prometeo, che ne era stato il benefattore, degli inganni subiti. La connessione tra il mito di Prometeo e quello di Pandora è molto antica e trova la sua prima attestazione ne Le Opere e i Giorni di Esiodo (Promfc01) nel quale i due racconti sono posti all’origine della condizione di vita dell’uomo.
SilviaTrisciuzzi