Titolo dell'opera:
Autore: Scuola del Sansovino
Datazione: 1537-1554
Collocazione: Venezia, Libreria Marciana, arco di Phanes
Committenza:
Tipologia: scultura
Tecnica: bassorilievo scolpito
Soggetto principale: Prometeo anima il primo uomo con il fuoco celeste
Soggetto secondario:
Personaggi: Prometeo
Attributi: torcia accesa, uomo, barba (Prometeo)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Ivanoff N., Il mito di Prometeo nell'arte veneziana del Cinquecento, in “Emporium”, 69, 1963, pp. 51-58; Ivanoff N., La Libreria Marciana: arte e iconologia, in “Saggi e memorie di storia dell'arte”, 6, 1968, pp. 44-57; Tafuri M., Jacopo Sansovino e l'architettura del '500 a Venezia, Marsilio, Padova 1972, pp. 48-70; Romanelli G., La libreria Marciana. Il progetto di Sansovino e lo scalone, in Pallucchini R., Da Tiziano a El Greco. Per la storia del Manierismo a Venezia, 1540-1590, catalogo della mostra (Venezia, Palazzo Ducale, settembre-dicembre 1981), Electa, Milano 1981, pp. 277-284; Lotz W., Architettura in Italia: 1500-1600, Rizzoli, Milano 1997, pp. 83-88
Annotazioni redazionali: Il rilievo con la scena del supplizio, posto nell’arco di Giunone e attribuito ipoteticamente a Tiziano Minio (Ivanoff, 1963), raffigura Prometeo sdraiato al suolo, insolitamente imberbe, le mani ed i piedi trattenuti dalle tradizionali catene. La posizione supina del Titano non appartiene alla tradizione iconografica di epoca classica, ma deriva dalle rappresentazioni del mito di Tizio, gigante che condivide con Prometeo un supplizio simile, sebbene ambientato nell’Ade e attuato da uno o due avvoltoi. Tra le raffigurazioni più prestigiose del mito di Tizio, molto probabilmente prese a modello anche da artisti che dovevano rappresentare Prometeo, è il disegno di Michelangelo, datato al 1532, nel quale il torturato è raffigurato nella stessa posizione del rilievo in questione ed anche l’avvoltoio è molto vicino all’aquila della Libreria Marciana. Inoltre, sempre in questo periodo, viene realizzata una raffigurazione del supplizio di Prometeo secondo un’iconografia debitrice di quella di Tizio nel corredo incisorio degli Emblemata di Andrea Alciati, nell’edizione del 1531 (Cfr. scheda opera 34).
Silvia Trisciuzzi