
Titolo dell'opera:
Autore:
Datazione: 1534
Collocazione: Andrea Alciati, Emblemata, Parigi 1534
Committenza:
Tipologia: illustrazione
Tecnica: incisione xilografica
Soggetto principale: il supplizio di Prometeo
Soggetto secondario:
Personaggi: Prometeo
Attributi: nudità, vincoli, avvoltoio (Prometeo)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Raggio O., The Myth of Prometheus. Its survival and metamorphoses up to the eighteenth century, in “Journal of the Warburg and Courtauld Institutes”, 21, 1958, pp. 55-56
Annotazioni redazionali: La xilografia illustra l’edizione degli Emblemata di Andrea Alciati (Promfr09) stampata a Parigi nel 1534 da Christian Wechel; il motto e la subscriptio sono identici a quelli dell’edizione del 1531 (Cfr. scheda opera 34), ciò che muta è l’incisione raffigurante Prometeo. In questo caso il Titano, imberbe come nella precedente raffigurazione, è rappresentato in una posa non usuale, ma che si trova anche nel pannello di Piero di Cosimo conservato a Strasburgo (Cfr. scheda opera 30): seduto alla base di un albero, con le braccia strettamente legate ai rami. Una gamba è ripiegata e su di essa posa un avvoltoio che gli ha aperto un profondo squarcio nel petto da cui si vede chiaramente il cuore. La presenza dell’avvoltoio al posto della consueta aquila, così come il particolare del cuore, possono essere ricondotti a precise tradizioni testuali: il primo infatti costituisce una variante che si trova in Valerio Flacco (Promfc26) per poi essere ripresa in alcune fonti tardoclassiche e medioevali come Servio (Promfc44), Fulngenzio (Promfm01), il terzo mitografo Vaticano (Promfm07) ed Arnolfo d’Orléans (Promfm09), mentre il secondo è citato nella Fabula 144 di Igino (Promfc29). Sullo sfondo, una città costruita alle pendici di un monte sembra più uno sfondo paesaggistico che un riferimento al ruolo di civilizzatore dell’umanità di Prometeo in quanto il Titano acquisisce una valenza negativa all’interno della tradizione emblematica ed in particolare Alciati sostiene che proprio il ruolo di creatore dell’uomo sia la causa della sua crudele punizione, simbolo per altro dei tormenti intellettuali di chi vuole comprendere le cose ultraterrene.
Silvia Trisciuzzi